Carissimi lettori, inizia un ciclo di "canzonenapoletana@rai.it" dedicato ad Alessandro Cassese, un poeta "minore" della canzone napoletana, a cui comunque va riconosciuto il merito di aver creato un capolavoro che tutt'ora si canta intitolato "Nuttata 'e sentimento".
Si inizia con un valzerino lento, scritto nel 1905 ed interpretato da Francesco Daddi, intitolato "Viene a vucà". E' un brano ancora influenzato dal grande romanticismo digiacomiano, dove non si intuisce assolutamente l'"ossessione eroica" così tipica di Alessandro Cassese.
Il primo brano di ispirazione militaresca che ascoltiamo è questo "So' turnato" scritto nel 1907 e musicato da Rodolfo Falvo. E' una marcetta con strofa in minore e ritornello in maggiore, che un militare dedica alla propria amata. Il brano è stato ascoltato nella versione di Diego Giannini.
Si continua con "Primma 'e turnà" scritta nel 1908 ed interpretata da Elvira Donnarumma, che canta una melodia scritta dallo stesso Rodolfo Falvo di prima. E' una marcetta, caratterizzata sempre dalla strofa in minore che si alterna con il ritornello in maggiore. Purtroppo, avendo la Donnarumma una voce sopranile, è difficile capire il testo. E' comunque un bel brano che andrebbe ripreso per dargli nuova vita.
Ed eccoci all'unica canzone di Cassese che tutt'ora si canta comunemente, quella bellissima barcarola intitolata "Nuttata 'e sentimento" che ascoltiamo nella versione di Aldo Gabrin. E' un brano dove si immagina che un marinaio richiami la propria innamorata per venire con lui sulla barca. E' una serenata tra le più belle, che tutti i cantanti principali, incluso Roberto Murolo nella sua "Antologia cronologica della canzone partenopea", hanno interpretato. L'interpretazione d'epoca da noi ascoltata è notevole perché, nonostante gli esagerati tremoli della voce, si conserva il sentimentalismo che le è proprio.
Stiamo ascoltando un altro brano di ispirazione miitaresca, dove un innamorato che parte per il militare dice alla propria amata che non la dimenticherà. E' una marcetta lenta e romantica che ascoltiamo nella versione di Giuseppe Godono. Se vogliamo questo brano può essere paragonato ad un brano quasi coevo di Aniello Califano intitolato "Carmela mia", perché anche in quel caso si giura che al ritorno dai propri doveri militari si penserà solo alla cara Carmela.
E torniamo allo stile compositivo di Giuseppe Capolongo, che aveva musicato "Nuttata 'e sentimento", caratterizzato da queste influenze barocche, ascoltando questa "Carmè tu nasciste pe' mme" interpretata da Nina de Charny, una delle principali sciantose d'inizio secolo. Questa interpretazione mi suona un po' esagerata, oltre che non rispettosa di determinate caratteristiche che trovo tecnicamente indissolubili da questo tipo di melodie. Comunque il testo è tra i più romantici scritti da Alessandro Cassese.
Ed ecco l'ultima canzone, "E tu Margaretè", musicata da Rodolfo Falvo. E' una marcetta che, come quasi tutte le canzoni oggi ascoltate, è caratterizzata dall'alternanza della strofa in minore ed il ritornello in maggiore. Purtroppo è difficile capire il testo, ma dovrebbe essere una canzone di tematica amorosa.
Carissimi lettori, vi giuro che Paquito del Bosco ha promesso che ormai stiamo alla fine di questi cicli sulla canzone napoletana delle origini, quella più difficile da capire, quindi forse in futuro andrà meglio!
domenica 14 febbraio 2010
Commento alla puntata del 14/02/10 di Canzonenapoletana@rai.i".
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