Carissimi lettori, dopo una settimana di digiuno, torniamo a commentare le bellissime puntate che "canzonenapoletana@rai.it" dedica a Salvatore di Giacomo.
Si inizia con un brano risalente al 1910 intitolato "'A riggina d'o mare", che ascoltiamo dalle voci maschili di Mario Massa e Aldo Gabrin.
Musicalmente è una tarantella, come si facevano all'epoca in ambito semicolto, ossia con quella raffinatezza che non permette di farsi prendere dal ritmo.
E' una dichiarazione d'amore ad una ragazza, che nel ritornello viene fatta direttamente alla madre. E' una tarantelluccia spassosa, che, secondo me, andrebbe riscoperta. Credo infatti che non ne esistano versioni moderne. Spero che il Carlo Missaglia di turno si ricordi di questo pezzo, perché è allegrissimo.
Si continua e si torna al repertorio classico, conosciuto e tutt'ora cantato, con una bellissima "Canzone a Chiarastella" che, spesso, è attribuita ad Aniello Califano per itesti. Il testo è uno di quelli divertenti, ma è talmente romantico che la musica deve essere, com'è, malinconica. La versione che si ascolta è di Elvira Donnarumma, che canta con semplicità ma forse un po' troppo potentemente questi versi intimi e dolci. Io vi consiglierei di ascoltare la versione di Roberto Murolo, contenuta nella sua "Napoletana. Antologia cronologica della canzone partenopea".
Torniamo alle rarità con questa "Marcetta d'o capotammurro", la cui musica è di Enrico Cannio, che abbiamo il piacere di ascoltare dalla voce tenorile e stentorea di Mario Massa.
Nonostante il suo essere una marcia, niente c'è di militaresco, c'è piuttosto una voglia di divertirsi con le note, cosiccome nei versi di Di Giacomo, da quel poco che si capisce dal disco frusciato, c'è più voglia d'amore che di eroismo.
Rimaniamo in ambito da collezionisti, con questa "Vintiquatt'ore", la cui musica è di Ernesto de Curtis. L'interpretazione, molto bella e precisa per questa melodia, purtroppo non permette di capire il testo.
Musicalmente ci troviamo davanti ad un ritmo lento ed in tonalità minore, con una scala caratterizzata da un'interessante seconda aumentata, che dà un tocco arabo alla melodia, ideale come poche altre cose per la liricità sicuramente insuperabile dello stile di Di Giacomo.
Siamo davanti ad una bellissima voce baritonale, di un certo Benigni, che ci sta interpretando una rarissima canzone, scritta da Di Giacomo e musicata da Emanuele Nutile, intitolata "Barcarola".
E' una delle tante dove si parla del mito del mare, che a Napoli viene visto come un qualcosa di naturale, e non viene usato per nobilitare un genere dalla storia recente come può essere per il Fado di Lisbona. A Napoli, diciamo, il mare è l'equivalente della rondinella salentina, ossia è il messaggero d'amore, con la differenza che spesso, e anche qui, è l'unico che può rassicurare l'innamorato sulla stabilità del proprio amore.
Dello stesso anno è questa "Dint'o suonno", che si ascolta da un disco frusciatissimo (insopportabile!) e dalla voce di Vittorio Parisi, maestro diretto del grande Sergio Bruni.
Anche questo brano è un tipico brano in minore, musicato un'altra volta da Ernesto de Curtis, con il solito, ma sempre interessante e raro, intervallo di seconda aumentata.
Non capisco il testo, ovviamente me ne dolgo.
Il brano, come abbiamo visto in moltissime occasioni durante questi commenti, è caratterizzato da parti in modo minore che si alternano con parti in maggiore.
L'ultima canzone, "L'e' fatto pure tu", viene interpretata da Roberto Ciaramella ed il disco, per fortuna, è molto meno frusciato. E' una canzoncina dove il figlio ricorda alla madre che anche lei ha fatto le stesse cose per le quali lo rimprovera. E' un tipico brano binario, quasi paragonabile ad un fado. E' inciso con una tipica orchestra di fiati, quasi unico accompagnamento concepibile, oltre al duo di chitarra e mandolino, per la canzone classica napoletana storica.
Spero di cuore che le ultime due puntate, che comunque ci permetteranno di avvicinarci a dischi un po' più recenti, permettano di fare commenti più precisi.
domenica 4 aprile 2010
Commento alla puntata del 4/04/10 di "canzonenapoletana@rai.it"
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