Carissimi lettori, c'è un atteggiamento che mi fa sempre arrabbiare, ed è quello che tende a dimenticare che noi, fino ad una trentina di anni fa, eravamo emigranti poveri. Ovviamente, come potrebbe essere altrimenti, i signori che spesso si vantano di pensarla così e addirittura lo cantano in canzoni a dir poco discutibili, sono rigorosamente contro i clandestini che, secondo loro, deturperebbero, solo per il fatto di venire a cercar fortuna da noi e fuggire da situazioni terribili, la nostra dorata e meravigliosa identità (che secondo me neanche esiste!).
Se si vuole mettere l'accento sulla vergognosa tratta di schiavi che portano avanti organizzazioni criminali efferatissime che fanno partire queste persone riempiendo loro la testa d'illusioni, ovviamente sono contro questo sfruttamento di persone. Non credo, però, che ci sia effettivamente voglia di aiutare i paesi poveri a svilupparsi, anzi c'è voglia di lasciarli come stanno per avere una giustificazione al nostro razzismo da gente che ce l'ha fatta (molto per le rimesse degli emigranti che per circa settant'anni hanno lasciato l'Italia e, in qualche caso, ancora la lasciano!).
Questa riflessione corta io l'ho voluta condensare in un video che oggi ho postato su youtube.
Se vi va, andando sul mio canale www.youtube.com/valentinalocchi, potete vedervi questo video forte e poetico, dove metto insieme, in perfetta proporzione le immagini storiche di noi che partivamo e spesso eravamo maltrattati, con ciò che noi stessi facciamo a chi ora viene. Il brano che c'è in sottofondo è un bellissimo e conosciuto brano tradizionale salentino che gli Officina Zoè interpretano come nessuno, ossia "L'America" da "Sangue vivo".
Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi saluto.
lunedì 19 aprile 2010
Una riflessione breve.
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