Carissimi lettori, non avevo mai parlato di un evento molto importante che si svolge da ormai una ventina d'anni a Piazza San Giovanni a Roma, ossia il Concerto del Primo maggio. Mi pare giunto il momento di farlo.
Ritengo ingiusto ridurre i giorni in ricordo dei nostri caduti o dei lavoratori a giornate di festa senza impegno, cosa che si fa assolutamente in quella piazza. Quest'anno, va detto, hanno in parte raddrizzato il tiro, ma sono lontani i tempi in cui al primo maggio ci andava gente come Roberto Murolo, Paolo Conte, Fossati e Guccini. In quel periodo, scusate la sincerità, la musica era di qualità, cosa che spesso quest'anno tornerà ad essere. Mi viene già più difficile ritenere sincera questa pleiade di artisti sull'impegno politico, cosa che oggi, come si è già avuto occasione di dire in questa sede, è diventata uno specchietto per le allodole.
Ma guardiamo insieme la lista dei cantanti italiani presenti al concerto, in quanto gli stranieri non sono di mio interesse, anche perché da noi straniero significa americano o di aria inglese (quindi il resto del mondo è un altro pianeta).
Il primo italiano di cui si può parlare è Simone Cristicchi, cantante che non mi ha mai convinto del tutto anche se non lo disprezzo. Non mi piace la sua pochezza timbrica, lo ritengo molto poco espressivo in sede compositiva, poi lo sapete che tutto questo amore che professa molto ambiente pop per la musica tradizionale a me puzza sempre d'opportunismo: siccome è di moda accontentiamo così diamo un contentino anche ai cantori, che si sentono amati e sono contenti (non capendo che li sfruttano provvisoriamente e, quando troveranno qualcos'altro che gli renderà di più li ributteranno nel secchio dell'immondizia!).
L'unica cantante seria uscita in questi anni da Sanremo, la grande Nina Zilli, è un'altra protagonista di questa kermesse. Non so quanto sarà apprezzata in quel contesto, ma le auguro una grandissima e buona fortuna. Le sue sonorità bacarackiane mi piacciono molto, lei ha un timbro veramente corposo. Mi piace anche il suo comporre come se stesse pensando ad atmosfere leggermente retro.
Beh... è difficilissimo parlare bene dell'artista che segue, il siciliano Roy Paci, buon trombettista ma esecutore di una delle musiche più insipide che sia mai nata sulla faccia della terra. Nel suo modo di comporre i testi, trovo ci sia spesso retorica, quella che non avevano i nostri grandi e veri cantautori: riscopriteli signori organizzatori, farete un favore a tutti!
E cosa dire di questa ennesima emanazione del mondo CCCP-CSI-PGR anche senza Giovanni Lindo Ferretti? Nu ne putimu cchiui!
Se lottare è far venire un magone così a chi vi ascolta, beh... c'è sempre qualche problema, l'ho sempre sostenuto.
Di Samuele Bersani ho sicuramente più rispetto, anche se ultimamente lo trovo un po' schiavo di certi modelli anglosassoni che mi stanno poco nelle corde. Mi fa impazzire una sua canzone, contenuta nel cd "Amen" di Lucio Dalla, intitolata "Il mostro". Sinceramente preferisco una canzone composta semplicemente all'italiana, magari di vecchio stampo, alla scimmiottatura, ritenuta da molti segno di personalità, indipendenza ed emancipazione, di modelli che non ci riguardano.
Finalmente trovo un nome di cui posso senza dubbio parlare bene. Ho avuto il grandissimo piacere di vedere Carmen Consoli diversi anni fa qui a Perugia. Ho iniziato a stimarla di più, però, quando ha rafforzato la sua matrice folk, con cd come "Eva contro Eva" o l'ultimo "Elettra".
Ritengo il suo impegno veramente sincero e davvero votato a risvegliare le coscienze della gente. Meravigliosi alcuni suoi brani come "Mandaci una cartolina" o "Mio zio", tutti ritratti mordaci di problemi della nostra società: il primo visto da un punto d'osservazione più intimo, il secondo apparentemente più violento e forte.
Stimo molto, a livello di compositori, i Baustelle, ma la voce di Bianconi... de gustibus ma a me non piace.
Mi piace molto il testo di una canzone intitolata "Baudelaire", dove viene citato, tra altri personaggi illustri, il grande cantautore livornese Piero Ciampi, che molti giovani prendono come modello ma forse quasi nessuno ha conosciuto e capito.
Cosa dire di Vinicio Capossela?
Fino a quando ha fatto semplicemente il cantautore, per i primi tre cd, ha veramente emozionato. Quando, stanco della solita musica, è andato dietro a tarante, stravaganze e fantasmi, ha veramente stancato. Non è più in grado di cantare con quella pienezza e quella potenza che gli era congeniale all'inizio, non mi riesce più ad entrare nell'anima. Non sempre essere innovatori porta sulla buona strada, anzi secondo me è infinitamente più difficile, quindi più gratificante, saper comporre in maniera nuova con mezzi e strumentazioni convenzionali, ancor meglio se su generi convenzionali. La musica, secondo me, è sempre di più un recipiente che troppa gente sta riempiendo di troppa acqua: tra poco allagherà il mondo intero. Svuotiamolo prima che accada l'irreparabile!
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