Carissimi lettori, nell'articolo precedente avevo auspicato che si potesse tornare a parlare di musica al più presto. Effettivamente questa sera si torna a parlare di cose a noi più note, ma lo si fa per annunciare una morte. Proprio oggi 10 marzo 2010, ci ha lasciato il grande chitarrista Peter Van Wood, che, nonostante negli ultimi cinquant'anni della sua vita si sia dedicato e sia diventato più famoso come astrologo che come musicista, per me resta sempre legato ai bellissimi assoli di chitarra dei brani di Renato Carosone. Lo stile di Van Wood, per l'epoca, era assolutamente alla vanguardia, infatti, pur studiando al conservatorio, si era appassionato ben presto di jazz che eseguiva prima in Olanda, suo paese natale, poi nel resto del mondo toccando anche templi della musica come l'Olympia di Parigi o la Carnegie Hall di New York.
Trovo completamente geniale, all'interno del suo repertorio da solista, la giustamente ancora ricordata "Butta la chiave", dove la chitarra elettrica è in grado di piangere facendo ridere a crepapelle chiunque la sente. Il suo italiano, caratterizzato da un fortissimo ma simpaticissimo accento olandese, è una delle cose più gradevoli che ci siano. Nel suo periodo napoletano, che è quello più conosciuto della sua carriera musicale, fanno anche parte brani come "Tre numeri al lotto" (brano in italiano ma dedicato a questa mania del gioco tipicamente partenopea), "Spagnolos napulitanos", macchietta geniale tra napoletano e spagnolo.
Con la scomparsa di questo musicista, se ne va l'ultimo componente del trio di Carosone, l'ultimo legame che potevamo avere con una Napoli spassosa ma mai irrispettosa, una città che esprimeva i propri sentimenti con grande calma ed oculatezza.
Con questo breve articolo, dettato più da un'emozione istintiva che da effettiva cultura personale sulla materia, spero solo di far riscoprire il Van Wood musicista, eclissato per gli italiani dal Van Wood astrologo.
Buon ascolto e buonissime risate a crepapelle!
mercoledì 10 marzo 2010
Ricordo di un olandese napoletano".
Etichette:
cabaret,
jazz,
Peter Van Wood,
Renato Carosone,
ricordi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento