Carissimi lettori, ecco qui il commento alla terza puntata del ciclo di "canzonenapoletana@rai.it" dedicato a Rocco Galdieri.
Si inizia con "'E figliole" interpretata da Elvira Donnarumma.
Siamo davanti ad un tipico pezzo in 2/4, raffinato comunque da queste pause così colte, caratteristiche come pochi particolari di questa "canzone classica storica" napoletana.
Purtroppo, devo già iniziare a dire che non capisco per niente il testo, d'altronde non va scordato che spesso per incidere dischi, dato l'elevato costo delle matrici, se ne utilizzavano anche di già usate, quindi la qualità ne risente.
Ed eccoci a "'Na vota sola", sempre in 2/4, che stiamo ascoltando nella versione di Giuseppe Godono. Da quello che mi pare di capire, dovrebbe essere un inno al primo amore, presentato come l'unico effettivo, il solo a cui si voglia effettivamente bene.
Il1912 è l'anno in cui, purtroppo, Giovanni Giolitti fu preso da voglie conquistatrici, nonostante che non fosse ancora sbiadito il ricordo della terribile sconfitta di Adua del 1887. Dato che la canzone napoletana, per quanto ne abbia dubitato certa accademia era il ritratto della vita e dei sentimenti di una città e non un "paradiso artificiale", canta i soldati che si battono. Nina de Charny, una delle tante sciantose dal nome francesizzato, ha interpretato 'O surdato tene vint'anne".
Ed ora stiamo ascoltando una delle tante rarità assolute presenti nell'insostituibile archivio rai dedicato alla canzone napoletana. Il brano, scritto da Galdieri nel 1912, è una macchietta che viene interpretata da Gigi Pisano, che poi, a partire dagli anni '20-'30 e fino ai cinquanta inoltrati, sarà l'autore di classici napoletani come "'Na sera 'e maggio" o "Agata".
Questo brano, che sviluppa un argomento costante della macchietta, i rapporti di coppia incentrati su un'assoluta autonomia nonostante il matrimonio, si intitola "Quando è così".
Se la macchietta era un genere importante e tipicamente napoletano anche se influenzato dalle suggestioni del contemporaneo cinema muto, non sono da dimenticare le canzoni che sono impregnate di influenze operistiche. Una, sicuramente è questa "Aria fresca", scritta nel 1913 ed interpretata da Iole Baroni, una cantante lirica che, con molta umiltà, pur mostrando la sua impostazione, è riuscita a trovare un canto napoletano inconfondibile e tipico.
La trasmissione si chiude con "Mammà non vuole", brano scritto nel 1913 da Galdieri ed interpretato, ancora una volta da Elvira Donnarumma.
E' un'innamorata che cerca di convincere il proprio amante dell'impossibilità del loro amore.
Musicalmente è un tipico brano in 2/4, ma non so dirvi di più.
Spero che vi sia piaciuto anche questo contributo napoletano, io mi sto divertendo un mondo, anche se le mie orecchie stanno soffrendo da cani!
domenica 13 dicembre 2009
Commento alla puntata del 13/12/2009 di "canzonenapoletana@rai.it"
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