vCarissimi lettori, siamo arrivati nel mese del Natale, e già nelle radio iniziano a furoreggiare quei pezzi insopportabili che secondo alcuni caratterizzano "a quadra natalícia", per dirla con i portoghesi.
Io, ormai da diversi anni, da quando non ascolto musica leggera se non per la musica d'autore, che comunque mi piace di spessore, preparo, verso questo periodo, liste mentali che, però, in questa occasione voglio condividere con voi, per farvi passare un Natale che, oltre ad essere buono, può diventare "etno-cantautorale".
Le cose da consigliarvi o ricordarvi sono molte, partiamo da quelle più facili e comuni.
Notevolissima è "Natale" di Francesco de Gregori, il quale, sempre sullo stesso tema ha inciso il brano "Natale di seconda mano". Purtroppo la mia memoria non mi permette di darvi il titolo dell'lp che conteneva la prima, ma la seconda si trova in "Amore nel pomeriggio", ultimo albbum veramente bello del cantautore romano, risalente al 2000.
Rarissima, bellissima e sconosciuta, è "Buon Natale", scritta da Renato Zero, e contenuta nel cd "Tregua", pubblicato in doppio vinile nel 1980.
Dando uno sguardo alle discografie straniere, particolarmente alla musica portoghese, è sicuramente da segnalare "O natal dos simples", classico della musica lusitana, scritto ed interpretato dal professore, cantautore e ricercatore popolare José Afonso.
In Spagna, lo faccio più per questioni di cuore che per altro, mi va di ricordare José Luis Perales, con la sua semplice ma tenerissima canzone "Navidad".
Sicuramente di un altro spessore, sempre in lingua spagnola ma proveniente dall'America Latina e più precisamente da Cuba, è questa "Canción de Navidad", scritta e cantata dal cantautore, ottimo chitarrista e pianista, Silvio Rodríguez, registrata nell'album "Rodríguez".
In francese, siamo già su un campo più metaforico, ricordiamo "Le père noël et la petite fille", dove, molto poeticamente e dolcemente, si parla di uno stupro (con le atmosfere che Gino Paoli ha usato nella bellissima "Il pettirosso" per parlare di pedofilia, non compreso dalla Mussolini).
Se andiamo sulla tradizione italiana d'origine agropastorale, c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Meravigliosa è, ad esempio, una "Strina" leccese cantata dagli Ucci per Brizio Montinaro, che l'ha pubblicata in uno dei suoi volumi di "Musiche e canti popolari del Salento", pubblicati originariamente per l'etichetta Albatros, ristampati poi dagli Aramirè, che hanno pubblicato, oltre ai primi due, il terzo, che era completamente inedito. Tra le versioni di "riproposta" da me conosciute, è da ricordare quella dei Ghetonia, in "Grecìa salentina", e quella degli Arakne mediterranea, con testo alternativo rispetto a quello degli Ucci, cantata prevalentemente in lingua grika ("Gramma", 2006).
Bellissima è anche un'altra strina, questa volta calabrese, riportata alla luce da Danilo Montenegro nel cd "Amari è peniari".
Per quanto riguarda la Sicilia, è notevole una tarantella natalizia riportata alla luce da Mimmo Mollica, il cui titolo a me manca da sempre, contenuta in "Vinni cu vinni".
Tra le monografie natalizie, ne voglio segnalare due: l'lp "Gesù, Giuseppe e Maria" di Otello Profazio, risalente al 1973 in edizione Fonit Cetra ed ora ripubblicato dalla Elca sound, e "Concerto di Natale", inciso dalla grandissima Rosa Balistreri con i Dioscuri, ottimo ensemble etnico siciliano.
Anche i poeti più colti, Salvatore di Giacomo in primis, grande poeta dialettale ed erudito napoletano tra Otto e Novecento, non hanno resistito alla tentazione di affrontare questi temi. E' sua una bellissima "novena", intitolata "'A nuvena", dove si narra di uno zampognaro di fuori Napoli che, nel bel mezzo di una "suonata", riceve una lettera da sua moglie che aveva lasciato quasi vicina al parto. Da ascoltare sono le versioni di Sergio Bruni (in "Omaggio a Di Giacomo") ed Egisto Sarnelli.
Per finire questo percorso vi consiglio una delle canzoni che hanno cullato la mia infanzia. E' un "villancico", canto natalizio spagnolo, scritto da Gloria Fuertes, poetessa contemporanea, e musicato da Paco Ibáñez, colui che da ormai cinquant'anni si occupa di far fare un percorso nella letteratura spagnola ed hispanoamericana, tramite la messa in musica dei suoi migliori scrittori. Il brano in questione si trova sia in "Paco Ibáñez 3" (da studio), che su "Paco Ibáñez en el Olympia" (dal vivo). Per trovare i dischi di questo cantante, purtroppo, chi non voglia rischiare la vita tramite Internet, dovrà rivolgersi a qualcuno in Francia.
Questo articolo è stato solo un pretesto per augurare a tutti un buon Natale ed un felice anno nuovo, nei quali io vi continuerò a tenere compagnia con i miei scritti. Se ascolterete anche solo uno dei brani che cito, farete anche voi un po' parte della mia vita.
venerdì 4 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento