Carissimi lettori, dopo tre settimane di digiuno, ecco il commento alla seconda puntata del ciclo dedicato a Pasquale Cinquegrana di "Canzonenapoletana@rai.it".
La puntata, così come la precedente, inizia con una bellissima interpretazione di Tommaso Maione (scusate l'errore di grafia nel commento precedente). Il testo del brano è pieno di quella "tristezza tiepida" così tipica del vero napoletano, tradotta perfettamente dalla musica che è piena di riferimenti barocchi e popolari, così tipici del primo Di Capua, musicista che insieme a Cinquegrana scrisse questo sconosciuto gioiellino intitolato "'A luntananza".
Ed eccoci alla prima "macchietta" di questa puntata, che d'altronde le sarà quasi monograficamente dedicata. Il brano, però, non è assolutamente compatibile con l'idea che oggi si ha della "macchietta". Il brano, infatti, è fortemente politico e, addirittura, sulle tavole del café-chantant si fanno i nomi di Giolitti, all'epoca ministro dell'economia e Crispi primo ministro.
E dopo "'O 'mbriaco", si arriva a "Furturella", una delle più famose canzoni del repertorio cinquegraniano, scritta insieme a Salvatore Gambardella, un mandolinista autodidatta, che di mestiere faceva il fabbro, ed ha scritto alcuni tra i più grandi classici della canzone napoletana.
La versione che stiamo ascoltando è interpretata da un posteggiatore che possiede una potentissima voce tenorile e, forse con troppa tragicità, dice i versi che forse sono più sfiziosi che tragici.
E, come si era visto per Gill, quando si parla di "macchietta" non si può prescindere da Roberto Murolo. Infatti, con grandissimo piacere, stiamo ascoltando "Don Saverio" scritta nel 1895, che utilizza il tema del tradimento amoroso non compreso o permesso con complicità. La musica, lenta, maliziosa, veramente fa capire, anche a chi non sa il napoletano, il clima che Cinquegrana ha voluto dipingere.
Ed eccoci alla prima incisione d'epoca (o quasi) della puntata. Siamo con una delle canzoni più note del maestro elementare napoletano, intitolata "'Ndringhete 'ndrà". E' interpretata da Francesco Daddi che, finalmente, dato che l'incisione è passabile, si può apprezzare in tutta la sua tenorilità che, forse, non permette di capire lo "sfizio" di questa canzone. Da ascoltare, secondo me, è la versione di Bruno Venturini.
Un altro imprescindibile interprete della "macchietta" e di tutta la "canzone teatrale" napoletana, è il grandissimo Nino Taranto, da cui abbiamo ascoltato "Serenata profumata", bellissima canzone, quasi in italiano.
La puntata si conclude con "'O rusecatore" che viene interpretata da Nicola Maldacea, un interprete che aveva dei problemi di balbuzie che gli sparivano nell'atto di cantare o recitare.
La musica viene eseguita da un pianoforte, come se fosse una musica da cinema muto.
Spero di aver reso le atmosfere di questa puntata, forse particolarmente difficili da dipingere a parole, ma ricordatevi che, per ascoltare queste trasmissioni potete andare su ben due siti legati alla rai: www.international.rai.it/notturnoitaliano (dove cliccate sull'icona "canzone napoletana"), o su http://www.canzonenapoletana.rai.it/, dove, dal lunedì successivo alla messa in onda della puntata, c'è il podcast che vi resta per una settimana intera.
Buon divertimento e buon ascolto!
domenica 8 novembre 2009
Commento alla puntata dell'8 novembre di Canzonenapoletana@rai.it".
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