Carissimi lettori, oggi scrivo due articoli di cui sono particolarmente felice, dirò di più, del primo cd che recensirò mi sento un po' responsabile, perché è un disco in cui Gianni Morandi, grandissimo interprete della canzone italiana, fa un omaggio a canzoni che lui ha amato molto e che stanno molto bene nella sua voce.
Il cd, che è uscito questa mattina, è nato, anche, da una mia provocazione al cantante di Monghidoro, in occasione di un nostro incontro qui a Perugia, prima del primo dei due concerti acustici tenuti con il suo teatro tenda.
Venendo al disco, intitolato "Canzoni da non perdere", è una serie di rifacimenti, molto rispettosi, di brani negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. La prima canzone è "Inevitabile follia", forse la più bella canzone di Raf, tratta dal suo primo repertorio. La versione di Morandi è talmente perfetta che, se non si sa di chi è, si potrebbe pensare che il brano sia un inedito.
Subito dopo si omaggia la canzone vincitrice del Sanremo 1982, quella "Storie di tutti i giorni", cantata da Riccardo Fogli. L'arrangiamento elettrico ma senza elettronica, rispetto all'originale, tipicamente infarcito invece di strumenti "sintetici", dà maggior forza a questo brano che, se paragonato a brani classici di Morandi, potrebbe ricordare canzoni come "Solo all'ultimo piano" o comunque quei ritratti quotidiani che il cantante ora ama molto.
Ed eccoci ad "A te", grandissimo successo di Jovanotti, tratto dal cd "Safari". L'interpretazione di Morandi, permette al brano di acquistare quella melodicità "naturale" che, per quanto il toscano si impegni a cantare, non avrà mai perché per cantare veramente melodico bisogna avere una buona voce.
Ed eccoci a "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato, tratta da un lp che, nonostante i suoi quasi trent'anni di vita, continua ad esercitare una grandiosa attrazione, anche per i miti che esso traduce modernamente ("Sono solo canzonette", dedicato alla favola di Peter Pan).
Se vogliamo trovare un collegamento morandiano, si potrebbe anche pensarla come una gemella lontana di "C'era un ragazzo", per l'anelito, per nulla mascherato anche se non specifico, all'assenza di guerre dal mondo.
Se devo descrivere questa versione, suona un po' strana, ci si deve fare l'orecchio ma è bella, anche perché questo è un brano a cui io sono profondamente legata, come a tutto l'lp di Bennato. L'arrangiamento rafforza l'anima country, che è ancora rappresentata da un violino, che sostituisce l'armonica, strumento abbastanza estraneo a Morandi, se non fosse per gli assoli di "Sono un treno".
E si ritorna alle melodie altrui che potrebbero essere state scritte benissimo per Morandi. Si parla, in questo caso, di uno dei gioielli assoluti dell'ultima produzione di Antonello Venditti, la struggentissima "Ogni Volta". Il brano, bellissimo, ha rappresentato per il cantautore romano, l'ultimo brano melodicamente tradizionale, prima della fase sperimentale plasmata dal cd "Goodbye n9ecento", che a sua volta è stato già superato.
Arriviamo al brano che ci ha fatto sapere, qualche settimana fa, che questo cd ci sarebbe arrivato tra le mani. E' un'ottima interpretazione di "Tu sei l'unica donna per me", brano romantico di Alan Sorrenti, cantautore napoletano dalla voce falsettata, che forse non riusciva, e non riesce, a rendere giustizia a questa melodia che, seppur un po' ristretta, gode di ricchezza. L'interpretazione di Morandi, con le sue leggere incrinature, così tipiche di certo canto del monghidorese, riesce a tradurre perfettamente la felicità che, nonostante la paura che si ha della fine dell'idillio amoroso, riempie il brano.
Una mensione va fatta agli arrangiamenti, che non contemplano quasi strumenti elettronici, lasciando spazio alle sonorità acustiche ed elettriche, che sono sicuramente più gradevoli, ma sono spesso ritenute banali.
Ed ecco l'omaggio che Morandi fa ad un artista che esordì qualche anno dopo di lui, il cantante di Poggio Bustone Lucio Battisti.
Il brano che Morandi sceglie di ricantare è famoso, ma forse non come "Pensieri e parole" od "Emozioni". E' un interessante pop-valzer intitolato "Perché no". Anche qui si trova questa sensazione di felicità profonda, data da questi programmi strani di cui il testo di Mogol parla in maniera così rilassata. Da notare è l'uso del falsetto, completamente ricalcato d'altronde dalla versione originale, poco tipico in Morandi, ma comunque presente nella sua personalità canora.
Ed ecco "Fiore di Maggio", uno dei brani a cui sono più legata del repertorio di Fabio Concato, perché l'album originale mi fu regalato, in cassetta, quando facevo la scuola materna (ebbene sì, io già ascoltavo musica!).
La tenerezza che Concato riserva alla figlia, per la cui nascita fu scritta questa canzone, Morandi la "sporca" un po', senza però mai incrinarsi esageratamente, conservando sempre questa intimità favolistica così bella.
E come poteva mancare un omaggio a Lucio Dalla, compagno di così tante avventure, non ultima quel bellissimo "Dalla-Morandi" che ha cullato, insieme a tante altre cose, la mia musicalissima infanzia?
L'omaggio viene fatto attraverso uno degli ultimi gioielli della produzione del bolognese, una versione, forse poco rispettosa perché infarcita di suoni elettronici, ma comunque bella, di quel capolavoro di tenerezza che è "Tu non mi basti mai".
Forse, anche per la provenienza da zone vicine di autore e cantante, questo è uno dei brani più riusciti del cd.
Compagno d'avventura di Lucio Dalla è stato anche Francesco de Gregori, a cui Morandi fa un bellissimo omaggio, con l'interpretazione di "Rimmel", una delle canzoni più famose del cantautore romano, che qui, dopo essere stata per circa trentaquattro anni (tanti ne sono passati dalla pubblicazione dell'lp omonimo di De Gregori che la conteneva!) di dominio assoluto della chitarra, nella prima parte del brano, si trova una predominanza del pianoforte. L'anima più rock, impressa dalla presenza della chitarra elettrica distorta, non distoglie assolutamente questo brano dal suo essere una ballata romantica e country, genere che è sempre stato nelle corde del De Gregori.
Ed eccoci ad un altro "classico della tenerezza", scritto questa volta da Claudio Baglioni, altro grande esponente della scuola romana dei cantautori.
Il brano, "Avrai", ha una melodia molto aperta che permette, sia a Baglioni che a Morandi, che d'altronde hanno due delle voci più estese attualmente ascoltabili nel panorama della musica leggera italiana, di esibirsi in maniera piena.
Ed eccoci ad uno dei classici indiscussi degli anni '80, "Luna", scritta dal cantautore toscano Gianni Togni.
Morandi, come si è già detto per altri brani, si è limitato solo ad attualizzare l'arrangiamento strumentale, perché, e questo gli va riconosciuto, è cosciente che si tratta di canzoni che non gli appartengono del tutto, ed oggi, basta vedere altri dischi di cover per capirlo, chi ha questa coscienza fa parte di una sparutissima élite! (Trovo brutta, ad esempio, la cover di "Meraviglioso" di Domenico Modugno eseguita dai Negramaro, con l'armonia stravolta ogni tanto ed il ritmo completamente diverso).
Gli ultimi due brani sono inediti, o meglio uno faceva già parte del precedente cd di Gianni Morandi, il già qui recensito "Grazie a tutti: il concerto".
Il primo dei due inediti è "Credo nell'amore", cantato in coppia con Alessandra Amoroso, ragazza leccese uscita da "Amici", che possiede una delle più belle e limpide voci uscite ultimamente.
Spero di avervi incuriosito e, permettetemelo, voglio dire un grazie particolare e personale a Gianni Morandi per aver fatto questo cd che, come ho detto, è anche un po' mio.
venerdì 13 novembre 2009
Gianni Morandi "Canzoni da non perdere"
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