Carissimi lettori, ecco qui un commento ad una puntata della trasmissione "Canzonenapoletana@rai.it". E' presentata da Paquito del bosco, un uomo napoletano dalla voce un po' impastata, ma di quell'impastato affascinante, un po' tenorile, ma senza potenza.
La trasmissione è dedicata alle poesie di Beniamino Canetti.
Siamo nel 1951, e si parte, rigorosamente con materiali antichi in vinile, con "Chiammatela buscia", interpretata da Sergio Bruni. La voce di Bruni qui è giovanile, tenorile e dolce, quindi su di me esercita un fascino minore rispetto a quando lo si sente cantare maturo, in quel modo già faticoso. Il brano, pieno di pause ed altri abbellimenti, è stato musicato da Furio Rendine.
Per il secondo brano la qualità peggiora, quindi purtroppo non è che si può capire molto la bellezza, che comunque è notevole, di questo "O cafunciello", cantato dall'attore Lino Mattera.
Quello che si può dire è che è una tarantella, alla napoletana e quindi lenta, paragonabile a "'O zampugnaro 'nnammurato" di Armando Gill.
Dovrebbe essere una canzone su come l'amore possa mandare in rovina, o comunque sulle sfortune provocate dall'amore (ma si capiva male, lo ripeto!).
Ecco un brano di cui si può parlare precisamente. E' stata scritta nel 1953, musicata da Mario Ruccione ed interpretata da Nino Marletti. La canzone si chiama "Bella 'nnanze a stu specchio". Si parla, come spesso accade nelle canzoni napoletane, del fatto che la bellezza da sola non può causare l'amore di un innamorato, il quale, anzi, non perde occasione di ricordare alla donna la propria nullità.
Oserei dire che l'incisione del brano non è l'originale, perché gli arrangiamenti risentono di sonorità più anni '60, ma questa circostanza ci permette di apprezzare una buona voce tenorile, anche se magari non molto potente, sicuramente non da dimenticare.
Ed ecco un brano dove un innamorato tradito augura il peggio alla scellerata donna (Cunfiette amare"). La melodia messa da Giuseppe Cioffi su questo testo, abbastanza banale anche se bello, sicuramente lo innalza, perché il suo ritmo libero eleva la mente dell'ascoltatore, che è obbligato a seguire profondamente le evoluzioni musicali, aiutato anche dalla semplicità, ancora spontanea e senza mediazioni, anche se come ho detto prima meno affascinante, della voce del giovane Sergio Bruni.
Ed ecco, finalmente, la voce scura di Isa Landi, bella veramente e da riscoprire, con una canzone un po' macchiettistica, anche se Canetti non era esattamente un autore connotabile con questo genere. Il brano si chiama "'A zuccariera", e potrebbe ricordare "'a tazza 'e cafè", scritta nel 1918, ma continuamente cantata per anni e anni da artisti come Roberto Murolo, Aurelio Fierro o Renzo Arbore.
Purtroppo ora, da un vecchissimo 78 giri ridotto più che alla frutta, stiamo ascoltando la bellissima e potentissima voce di Franco Ricci (il purtroppo è legato alle condizioni del disco, non a Franco Ricci!).
Il brano che stiamo ascoltando si chiama "Tramonto a Napoli".
Posso dirvi pochissimo: il maestro campese, autore anche di questa melodia, come spesso fanno i maestri compositori napoletani classici nelle melodie tristi, usa numerose scale arabe, che permettono al cantante, che deve essere bravissimo, di esibire elasticità soprattutto nelle note tenute.
La puntata, veramente bella se non fosse l'inconveniente, d'altronde anche dal presentatore deprecato, dei dischi rovinati, si conclude con "E' bello 'o mare", brano inciso nel 1957 da Mario Abbate.
Il brano è un bolero alla cubana, ritmo che sta benissimo con le sonorità più scure che mai del vero napoletano, quello ben parlato, con tutte le sue vocali che, sotto la loro apertura estrema, nascondono questa anima triste e romantica, che forse è una delle chiavi di lettura del successo universale della canzone napoletana.
Anche questo brano riprende uno dei temi più comuni della storia della canzone napoletana, il potere salvifico del mare dalle pene d'amore.
E così è finito questo speciale napoletano, e da oggi, ve lo prometto, avrete almeno un post alla settimana dedicato alla canzone napoletana, non vissuta al livello a cui posso permettermi di viverla io, ossia da ascoltatore medio, ma vissuta al livello di collezionismo, attraverso la riscoperta di queste rarità, che, tramite il sito dell'Archivio Sonoro della Canzone Napoletana, io andrò a sentire e a commentare per voi: buona lettura e sempre viva Napoli!
giovedì 24 settembre 2009
Commento alla puntata del 19 settembre di "Canzonenapoletana@rai.it
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento