Carissimi lettori, oggi mi va di riflettere sull'unità d'Italia, evento di cui, come saprete, si celebra il centocinquantenario.
E' veramente desolante vedere che il capo d'un partito rappresentato nelle istituzioni nazionali, ossia fa parte del parlamento, ritenga inutile o indegno ricordare la gente che si è battuta per questa causa.
Si possono avere lecite riserve su questo evento, anche e soprattutto sulle sue conseguenze future e sui rapporti di forza che caratterizzano la vita dello Stato, ma i patrioti che si sono battuti per questa causa non hanno colpa riguardo a come l'unità si sia effettivamente concretizzata.
Poi, se volete sapere la mia, io non sarei per uno Stato unitario come è ora ma per uno federalista (non fatto sulle indicazioni di un partito chiamato Lega Nord che come tale di noi centro-meridionali se ne infischia, grazie!), ma gente come Menotti, Pellico, Cavour, Garibaldi e Mazzini non va dimenticata.
Soprattutto, va detto ancora, se una persona lavora nelle istituzioni nazionali, è obbligata a riconoscersi non solo nella Costituzione, a cui ha giurato fedeltà, ma anche nei valori che costituiscono la base della storia della Nazione.
Io spero che questo centocinquantenario, che da oggi si è iniziato a celebrare, sia un'occasione per cementare questo paese, non omologandolo, ma unendo le nostre singole identità nel rispetto.
Insomma, diciamo finalmente, con Francesco de Gregori, un sentito e sincero "Viva l'Italia!".
mercoledì 5 maggio 2010
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