Carissimi lettori, è con particolare piacere che aggiorno il sito quest'oggi.Nel myspace degli Zoè, all'indirizzo www.myspace.com/officinazoe, si possono sentire due brani di "Maledetti guai", nuovo album del gruppo da me particolarmente atteso.
Innanzitutto, e "benedetti" Zoè!, si può sentire "Cu li suspiri", meravigliosa pizzica in re minore, con venature di tango argentino molto pronunciate.La cosa meravigliosa è che l'Officina, come sempre, quando si arricchisce non si scorda mai da dove viene.Se dovessi paragonare questo brano a qualcosa di già pubblicato, penserei all'altrettanto bella "Respiri di pizzica", scritta da Antonio Castrignanò per "Nuovomondo". Lìh, però, si aveva una maggiore libertà in quanto il brano era strumentale. Zoè, che quando si sfida lo fa del tutto, ha preferito cantare e cantare un testo tradizionale.L'inizio e la fine del brano sono una tipica pizzica alla Zoè, si pensi a "Don pizzica" di "Sangue vivo". Si trova infatti un assolo fantastico di organetto in tonalità minore, dopo il quale, senza soluzione di continuità, si staglia la poderosa voce di Cinzia coadiuvata dall'altrettanto brava Rachele. Il testo è tradizionale e, per non soffocarlo, questa parte si limita ad un tipico giro da pizzica, tonica e dominante.
Finito il canto, presentata soprattutto da una terzina di violino molto ipnotica e pulita, arriva una parte basata su un re minore perpetuo, dove i mantici fanno davvero prodezze, arrivando ad inserire delle scale di sol minore quasi a tango argentino. Dopo una pausa, per dimostrare che non c'è voglia di fuggire ma di arricchirsi, torna la salentinità pura e disarmante del giro in tonica e dominante.
L'altro brano, "Maledetti guai", è una tarantella con influenze maliane molto evidenti, d'altronde Zoè ha collaborato per un anno circa con il polistrumentista di quel paese Baba Sissoko.
L'inizio è riservato alla caratteristica più inconfondibile di Zoè, seppur ripresa anche da certa tradizione salentina, ossia ai vocalizzi. In questo caso, però, ci troviamo di fronte alla convivenza di tipici vocalizzi africani, fatti da Cinzia con una voce particolarmente scura, come si deve, e di pratiche già più tipiche dello stile Zoè.
Con questo esempio credo di aver sintetizzato lo spirito del brano, ma approfondirò. L'accompagnamento percussivo è, come si è già accennato, affidato a percussioni africane, ma il ritmo che viene eseguito è quello di pizzica lenta o di tarantella. La chitarra acustica, completamente africana, aiuta la mandola a scoprire una parte abbastanza segreta di sé.
Il testo è completamente in italiano ma Cinzia, per fortuna, non si forza a parlare "pulito", voglio dire che chi la conosce può benissimo immaginarsi di sentirla parlare a venti metri da lui, tanto è naturale. Se devo fare un commento sui contenuti del brano, direi che è uno di quei brani di invito alla semplicità così tipici di Zoè. Il canto, infine, per tornare a quella convivenza di Africa e Salento citata sopra, è basato sull'alternanza di note staccate all'africana, in corrispondenza di parole come "po'," "giù" che vengono ripetute, ed i tipici gorgheggi mediterranei e salentini.
Se mi chiedete di fare una previsione su come sarà accolto questo cd, purtroppo sono pessimista.
Ovviamente, infatti, ai tradizionalisti non piacerà perché è troppo contaminato, mentre, ai contaminatori da strapazzo secondo cui la contaminazione deve far sparire tutto ciò che è tradizione, non piacerà perché, vuoi o non vuoi, il Salento ci respira dentro. E non penso al Salento da Notte della Taranta, ma a quello che soffre e patisce i "maledetti guai" antichi e moderni.
Non piacerà perché le sonorità etniche sono comunque profonde e battenti, neanche ai cultori della cosiddetta "world music", che vogliono il poppettino o la dancettina con "venature etniche". Qui, amici, ci sono culture che si incontrano e si rispettano reciprocamente, non c'è l'accozzaglia che vi piace tanto, né però c'è il Salento come fortezza che piace molto ai tradizionalisti.
Provate a sentire i brani con serenità, forse vi aprirete a qualcosa di davvero bello!
mercoledì 1 luglio 2009
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