giovedì 5 luglio 2012

Radio italia trent'anni

Carissimi lettori, da qualche giorno è in commercio la compilation con cui Radio Italia solo musica italiana festeggia i suoi trent'anni di solo pop italiano (chi legge queste righe sa che per me la musica italiana è tutto ciò che viene cantato in italiano o nei suoi tanti e vari dialetti). Con l'aiuto di un sito proverò a fare una personale, probabilmente anche un pochino polemica, recensione del triplo cd. Il primo cd inizia con un capolavoro di Claudio Baglioni, la classica "Avrai", pubblicata nel 1981 nell'album "Strada facendo", ma campione di vendite nel 1982, anno in cui Radio Italia nasce. Il brano è dedicato, come molti sanno, al figlio di Baglioni, ottimo chitarrista. L'inizio è buono ma riscendiamo (sprofondiamo!) subitissimamente, in quanto alla seconda traccia tocca il ricordo di "Bravi ragazzi", brano dell'italo-ispanico Miguel Bosè. Pezzettino che potrebbe far ricordare un twist, cantato con una voce che non sa né di me né di te, difatti l'unica cosa di Miguel Bosè che mi piace è la versione spagnola di "Beautiful that way", bellissimo testo che la grande cantante israeliana Noa aveva messo sulla melodia del tema del film "La vita è bella, musica scritta dal grande Nicola Piovani e pellicola diretta da Roberto Benigni. E per fortuna però voliamo subito in alto, la terza traccia del cd 1 (sono tre cd, l'ho già detto ma ribadisco!) è "Vacanze romane" dei Matia Bazar. Quelli che si sentono sono i veri Matia Bazar, quelli con Aldo Stellita al basso e, soprattutto, con l'ineguagliabile voce di Antonella Ruggero. Il brano è interessantissimo perché coniugava atmosfere retrò con l'elettronica in maniera davvero notevole. Bellissima è anche la versione acustica realizzata dalla Ruggero per il suo cd "Registrazioni moderne", pubblicato circa una quindicina di anni fa, nel quale la cantante rileggeva brani dei Matia Bazar con altri gruppi. Per quanto riguarda il gruppo e la sua condizione attuale, devo dire che il ritorno della grande Silvia Mezzanotte li ha fatti risalire moltissimo nella mia stima, ascoltare "Sei tu" (brano dell'ultimo Sanremo) per capire di cosa parlo. La Faccani, vocalist precedente, con il suo virtuosismo mi andava subito in stufo. Ed ecco "Fotoromanza" cavallo di battaglia di Gianna Nannini. Il brano non è malvagio, io però, pur non essendo per niente una fan della rocker senese, elevo a capolavoro "Ragazzo dell'Europa", ballata larga e sinuosa. Narra una leggenda metropolitana delle tante che girano sul mio conto, che io una volta avessi suonato "Vamos a la playa" con una pianolina per bambini (è possibilissimo dato che io sono nata nel 1983!). I Righeira, gruppo che ha sfornato questo hit in pseudo spagnolo, non aveva solo questo brano tra i suoi classici, bensì anche "L'estate sta finendo". Ballata in maggiore per mascherare la tristezza, testo banalissimo, racconto di un'amore la cui fine coincide con l'estate (se affrontiamo questo repertorio cento volte meglio "La fine di agosto" di Little Tony). Andando avanti continuiamo a sprofondare nella palude musicale italiana (si salvi chi può!) perché troviamo "Noi ragazzi di oggi", brano presentato da Luis Miguel, che per questo è considerato qui poco meno che una nullità, ad un Festival di Sanremo di metà anni Ottanta. Il brano, scritto dal Salvatore nazionale (ovviamente Toto Cotugno) è un inno ai ragazzi degli anni Ottanta e alla loro purezza di spirito, ricalcando la struttura, sia testuale che musicale, di un'altra meraviglia brutta del Toto dal titolo "Figli". Mi va di spezzare (credo d'averlo già fatto ma si sa sono logorroica!) una lancia a favore di Luis Miguel. A parte questa insopportabile parentesi italiana, veramente sottoterra, il messicano ha sfornato capolavori, specialmente quando ha reinterpretato i boleros latino-americani nei dischi "Romances" e le canzoni Rancheras con i Mariachi messicani. Dal Festival di Sanremo 1986 viene la prossima traccia, quella "Adesso tu" a cui regalò la vittoria la stupidità di Arbore che non volle vincere Sanremo col "Clarinetto", pur essendo stato il più votato. Il brano è veramente insopportabile, sia per la voce del nostro, anche se ancora all'epoca era udibile, che per la musica completamente sintetica, che per il testo molto (moooolto) banale. Risaliamo un po' di livello con "Si può dare di più", brano che vinse la kermesse sanremese l'anno successivo. Non è sicuramente tra i brani migliori dei suoi interpreti (Tozzi-Morandi-Ruggeri), ma almeno ha una sua personalità innegabile. Come si sa, poi, è diventato l'inno della Nazionale Cantanti, squadra di calcio che gioca per scopi benefici. Dal 1988 viene un capolavoro ("Volare, oh! oh!"), il brano vincitore di quell'edizione di Sanremo, la tragica, bellissima e difficile "Perdere l'amore". L'album di Ranieri che la contiene serba notevolissime tracce, riscoprite almeno "Pierina" e "Acero bianco". Stupenda, eseguita con la secchezza di una voce ed una chitarra, è "Villanella ch'all'acqua vai", brano antico napoletano che chiude il disco. All'epoca Ranieri ancora non si era convinto di dover ripulire la canzone napoletana per poi sporcarla con ciò che gli pareva! Andando avanti troviamo una delle canzoni più brutte di un grande cantautore italiano. Mi riferisco a "Viva la mamma", hit del 1989, di Edoardo Bennato. Diciamo che qui ci sono vari fattori di cuore che mi fanno essere legata a questa canzone, ma devo dire che tutto quell'album, che fra l'altro mi fu regalato in cassetta da un amico, non rappresentò poi niente di così significativo per me. Se dovessi nominare qualche traccia particolarmente amata da me, sinceramente non ho dubbi (il disco si chiamava "Abbi dubbi") e dico che non ce n'è nessuna. Sprofondare! E a proposito di hit del 1989, purtroppo tutt'ora ascoltate, c'è "Vattene amore, brano che portò alla moda l'espressione "Trottolino amoroso", che caratterizza come nessuna il ritornello di questo brano. Devo dire che il primo repertorio di Mietta non mi dispiaceva, mi ricordo volentieri di brani come "Dubbi no" o "Volano le pagine", ma di "Vattene amore" me ne scorderei volentierissimo. "Sotto questo sole" di Francesco Baccini e i Ladri di Biciclette (gruppo capeggiato da Paolo Belli) continua questa selezione. Il brano è un swinghettino carino, i due hanno voci particolari e piacevoli, bella chicca della mia infanzia. Per quanto riguarda Baccini devo ammettere che il primo repertorio, forse i primi due album, mi piace abbastanza, ho già più problemi con Belli e tutto quello che lo concerne. Di Baccini trovo bellissima "Ti amo e non lo sai", mentre di Belli (solista) trovo geniale "Angelo angelino". Dal 1990 viene "Attenti al lupo" del grande e compianto (terribile la sua morte, ancora non ci credo!) Lucio Dalla. Il brano è giocoso, ma credo che sotto il gioco nasconda un messaggio importante: non dobbiamo mai essere preda della paura (peccato che certa politica venga invece fatta sulla paura e così, specialmente quelli di una certa parte, vincono sempre!). Curiosità riguardo questa canzone potrebbe essere per molti italiani la versione in spagnolo, che in messico veniva lanciata da una tv che ora credo inesistente chiamata Tele hit, la cui programmazione il finesettimana veniva emessa dal canale Galavisión. Bella anche in castigliano, il bolognese aveva una bella pronuncia. Sono molto legata al primo disco degli 883 (avete presente "Hanno ucciso l'uomo ragno"?). Mi ricordo la maniera in cui irruppe questa canzone nelle radio, quando ancora queste erano libere di trasmettere e non esisteva il forte condizionamento che sta portando alla morte civile della radio via etere (il web: radio alla riscossa!). Il brano è molto carino, va detto che in quel modo Max Pezzali (voce degli 883) dava il massimo, dopo, quando è passato il primo impatto, la delusione è stata cocente. Mi ricordo che avevo almeno due persone nella mia cerchia che erano fanatici del gruppo: uno era un mio compagno di scuola e l'altro era mio cugino. Quest'ultimo aveva una cassettina di questo disco, mi piaceva da morire un brano che non so quanto sia conosciuto, la ballata "Con un deca". Il secondo disco degli 883 ancora fece in tempo ad entrare nella mia vita, dandomi stimoli interessanti, dopo c'è stata la morte! Andando avanti si trova il brano che dà il titolo al cd che sancisce per me l'inizio dell'inarrestabile declino di Vasco Rossi. Il cd si intitolava "Gli spari sopra", brani di rock banale e falsamente duri, solo equilibrati da una bella "Gabri", ma già mancava l'ironia e soprattutto la voce del nostro si stava facendo inascoltabile. Mi pare poi che questo essere sempre arrabbiati spesso nasconda anime deboli. Dio mio! Entriamo nell'anno della discesa in campo del "Grande capo", e ci entriamo con uno degli hit di Lorenzo Jovanotti, tratto dal suo disco "Lorenzo '94". La frase che mi ha sempre fatto un po' ribrezzo di questa canzone è: "Serenata rap, serenata metropolitana: mettiti con me, non sarò un figlio di p..." . L'unica cosa che rende meritorio questo brano è la rivalutazione del mandolino, che da noi, forse perché è nello stereotipo "pizza, spaghetti e mandolino" , viene snobbato. Divagazione: cosa dovrebbe fare la Spagna col flamenco? Lo dovrebbe snobbare insieme alla corrida? Loro, signori miei, sono orgogliosi delle loro tradizioni, noi no! E non mi venite a dire che tutta questa contaminazione sfrenata è segno di orgoglio: è segno solo della nostra grandissima inferiorità! E anche nel secondo cd torna Eros, con il brano che aveva lanciato il cd "Dove c'è musica". Le uniche canzoni che riesco a sentire di Ramazzotti sono le prime, quindi ovviamente questa traccia la disapprovo! Grande il brano che segue, peccato il primo interprete ed autore. Il brano è "Oggi sono io" di Alex Britti, il quale però vale solo come chitarrista, non appena canta, come diremmo dalle nostre parti, "s'arvultica tutto!" (tutto fa un giro completo opure va tutto sottosopra). Ovviamente migliore è la voce di Mina, che dove ha belle melodie ancora riesce ad arrivare a livelli molto alti di emotività (pensate a "Questa canzone", brano che ha lanciato il suo ultimo cd "Piccolino"). Il brano di Britti ha molti spunti armonici interessanti di matrice jazz-blues, il problema del Britti è che non va oltre quello! Un anno prima del cinquantenario della Vespa (che si sarebbe festeggiato nel 2000) i Lunapop, capeggiati dal giovane Cesare Cremonini, le hanno tributato un omaggio con la canzone "50 special", tratta dal loro primo ed unico disco "Squerez". Il brano è orecchiabile ma niente di che, idem dicasi per tutto il disco. Di cremonini dico solo che come autore è bravo, nonostante che come cantante non valga un granché (non so come Dalla potesse stimarlo!). Entrando nel nuovo secolo si ascoltano le sorelle Iezzi (Paola e Chiara) con un hit dance davvero orribile, dopo la quale ne hanno sfornate tante sempre sulla falsa riga di questa. Questa è "Vamos a bailar (esta vida nueva)", perché in quel periodo eravamo sommersi da pezzettini spazzatura che si ispiravano al mondo latino-americano (vi ricordate di "Bailando bailando" delle Paradisio che Leone di Lernia aveva parodiato con "Magnando magnando"?). Il pezzo delle Iezzi è veramente orribile, d'altronde loro azzeccarono solo "Amici come prima", primo singolo della loro carriera, poi basta! Su Youtube vidi un video che mi fece abbastanza girare i cosiddetti, in quanto un fan di Fabrizio De Andrè (lui ci si riteneva, non so quanto sinceramente) accusava tutti quelli che avevano scoperto questo cantautore dopo la sua morte di non amarlo con la sufficiente sincerità. Il signore di cui parlo prevedeva quanto segue: alla morte di Tricarico tutti avremmo detto che costui era un poeta, così come tanti avevano fatto per De Andrè. Anche a me, da deandreiana puro sangue quale mi reputo, fa infuriare l'ipocrisia di molte testimonianze d'amore nei confronti di De Andrè, ma divido i suoi fans in sinceri ed insinceri, non sto a guardare se lo hanno amato anche in vita o solo dopo la morte. Tutto questo preambolo, dopo il quale ho volutamente saltato una riga, per entrare nel discorso Tricarico. A differenza di De Andrè costui è completamente stonato, a differenza di Faber scrive testi forse piacevoli ma banali, addirittura nel primo veniva definita "Puttana" la maestra. Che ci siano buoni e cattivi maestri è obiettivo, ma la parola "puttana" è inassociabile ad un termine così sacro come "maestra". E proprio questo brillante esempio di poesia autobiografica ritroviamo sparato in questa compilation, "sprofondare, oh! oh!" (Mimmo, m'hai perdonare). Del 2001 è la bella "Luce (tramonti a Nord-est)", cantata da Elisa e scritta per lei da Zucchero. Come ricorderete arrivò tra le prime a quel Sanremo, brano molto toccante di sicuro, forse io non avrei fatto una compilation così ma questa è Radio Italia solo musica italiana, l'"amica che ti tiene compagnia" con cose scontate per tre quarti del tempo. Dio santo arrivano i pugliesi! Raffaele Riefoli, in arte Raf, arriva con "Infinito", brano che aveva lanciato il cd "Iperbole". Il cantante, dopo essere stato tra i pionieri della dance italiana, sperimentava quasi il rap, con questa canzone su un amore che finisce ma non finisce. Sulle lacune di questa compilation e su come l'avrei fatta io magari avremo tempo di tornare. Per ora vi dico che in generale la trovo piuttosto banalotta! Nel 2001 la tripolitana Valeria Rossi ci voleva dare "tre parole", in un brano con una musica banale e monocorde, cantato con una voce monocordissima. Di quel suo disco d'esordio era molto più carina "Luna di lana", se non altro lì si giocava con le parole sino ad ottenere una filastrocchetta quasi popolare. E chi si può scordare gli inizi del "Ragazzo di ferro"? Tiziano Ferro, prima di rivelarci la sua notevole vena come autore, era nato come interprete di R&b ed hip hop, perché anche da noi erano esplosi fenomeni come Eminem o Paf Daddy. Il brano che ce lo aveva fatto conoscere era "Xdono", perché all'epoca si incominciava "la guerra santa dei pezzenti" (Guccini: chiedo venia per la citazione da "La locomotiva") contro l'italiano. La canzone è veramente patetica, insomma il protagonista, dato che siamo nel clima natalizio (e tutti siamo più buoni) chiede alla propria innamorata di perdonarlo. Su tiziano ferro dico che è sicuramente cresciuto, anche se dal vivo continua a stonare come un dannato. Per ascoltare un brano scritto da lui ed interpretato bene, benissimo!, si può ricorrere a "Il re di chi ama troppo", scritto per Fiorella Mannoia e contenuto nel suo cd "Il movimento del dare" (2007). Sul prossimo brano ho un ricordo curioso: in una delle mie puntate di Sarabanda come campionessa, fu invitata la mia classe. Ancora mi ricordo che capitò questa canzone e tra le mie compagne c'era una fan del "magico Liga" a cui io dedicai segretamente questa risposta che fu, ovviamente, corretta. Il brano, nonostante ciò, non mi piace, d'altronde di Ligabue amo solo i primi due o tre vinili poi è finita. Come Vasco trovo che sia andato verso una banalizzazione musicale troppo smaccata, quindi non lo reggo. Il brano è "Questa è la mia vita", mentre io di Ligabue consiglierei la riscoperta di "Metti in circolo il tuo amore", "Non è tempo per noi" (da studio, ovviamente!) ed "Ho messo via". Andando avanti con la track list di questa compilation, visione secondo me settaria della musica italiana, si trovano i Tiromancino. Non ho mai sopportato la voce di Federico Zampaglione, troppo dolce e sprovvista di potenza, non mi è mai andato giù il suo modo di scrivere testi... Il brano sarebbe anche bello se... Fabri Fibra non avesse deciso di coverizzarlo, scrivendo un testo da rapper cattivo (quale lui ritiene di essere) che ha come ritornello una particina di questa canzone. Dio santo!Mi ricordo ovviamente del brano successivo, non si sentiva altro nelle radio una decina di anni fa, era l'inizio della carriera di uno dei gruppi più sconclusionati della musica italiana, mi riferisco alle Vibrazioni. Il brano musicalmente è anche carino, sono interessanti gli accordi della strofa, difatti quello che rende questo gruppo "sconclusionato" è il suo scrivere testi insensati. Riascoltare il ritornello di "Vieni da me" e "trasecolare" (parola che credo perugina e che noi intendiamo come fare una faccia moooolto stupita!). E siamo arrivati ad una delle pochissime canzoni davvero belle uscite negli ultimi vent'anni, quella "Gocce di memoria" utilizzata da Ferzan Ozpetec per la colonna sonora del suo "La finestra di fronte". Il brano è una bella ballata corposa, melodica ed aperta, con un testo romantico rafforzato da una grande interpretazione di Giorgia e da una bellissima orchestrazione. Il fatto è che Giorgia ha un modo di cantare abbastanza prevedibile (contrariamente a Mina e Mia Martini), quindi per me l'interesse dell'ascolto si affievolisce subito. E come non poter nominare l'ambasciatrice dell'Italia in tutto il mondo, la Lauretta nazionale. La canzone di cui bisogna parlare è una di quelle dove la cantante urla perché ha capito che il suo destino è scimmiottare i nordamericani se vuole vincere Grammy o premi altolocati da quelle parti. Il brano è "Resta in ascolto" e dava il titolo ad un cd che aveva portato alla cantante romagnola grandissime soddisfazioni. Di Laura Pausini, praticamente, a me piacciono solo due o tre canzoni del primissimo periodo, fino al 1996, dopodiché ciao! Negli ultimi anni le radio si sono rese colpevoli di numerosi scempi, specialmente quello di aver dato notorietà (effimera, come è giusto che sia, ma comunque e sempre notorietà) a gruppi di nessun valore. È questo il caso degli Sugarfree, gruppo siciliano che portò il brano "Cleptomania" ad uno degli ultimi Festival di Sanremo. Il brano è una tipica canzone d'amore, che per mascherare la banalità del testo ricorre a trovate musicali non proprio trascurabili, ma ciò non toglie che non resta. Come molte delle canzoni che si fanno ora, e non lo dico per nostalgia, anche questa non si canta! Di Francesco Renga parlai bene già in un'altra occasione, è sicuramente bravo, forse però è vittima della pretesa di taluni cantanti di formazione rock appassionati di melodia, di voler fare il melodico pur mancando completamente di timbrica adatta. Difatti, dico io, per cantare brani di formazione o matrice italiana si possono avere due tipi di timbro: o quello da cantore popolare (vedasi Baglioni) o quello impostato di certi cantanti lirici, vedasi tenori come Tullio Pane, Franco Ricci o l'attuale Bruno Venturini (tutti e tre partenopei!). In questo cd troviamo "Angelo", canzone con cui Renga vinse il Festival di Sanremo 2005. Sicuramente la canzone è corposa, ma se ci vogliamo dedicare a brani scritti per i figli io preferisco pensare alla tenerissima "Fiore di maggio" di Concato. Sempre da quel Festival di Sanremo viene "I bambini fanno Oh", canzone molto stupidina del cantacameriere Giuseppe Povia. Io dico che, in una compilation con pretese storiche come questa di Radio Italia solo musica italiana, si sarebbe potuto fare un po' più di ricerca e andare a ripescare ad esempio una "Colpevole" di Nicola Arigliano. Questo fossilizzarsi sui successi, seppure forse rende a livello di vendite, allontana i veri cultori della musica, maggioranza di coloro che ancora acquistano i cd come qualcosa di materiale e non come mp3 da acquistare a 90 centesimi l'uno e poi mettere in anonime playlist. Andando avanti si trovano gli Zero assoluto (almeno sono stati sinceri nel darsi il nome!)con il brano che li ha lanciati al grande pubblico. Il brano in questione è una specie di ballata con qualche richiamo americaneggiante (era già passata la moda del sudamerica, siamo tornati pecorelle conformi al padre-pastore!). Le voci sono insipide, voglio riconoscere il fatto che sia carina una loro canzone dal titolo "Per dimenticarti". Comunque non mi sta convincendo questa track list! Dal Festival di Sanremo 2007 viene "La paranza", giochettino estivo di Daniele Silvestri, con leggeri richiami politici (perchè per evadere spesso si fa finta di "Evadere dall'evasione"). Il brano è un'ignominia, utilizza malissimo i ritmi sudamericani (quantomeno non campiona pezzi degli Inti-Illimani ed è già tanto per il signorotto!). Dalla stessa edizione del Festivalone viene anche "Ti regalerò una rosa", canzone di Simone Cristicchi dedicata alla malattia mentale. Sarà anche bella ma io credo che il più bel brano su questa tematica è "Sognando" del grande Don Backy, che da quarant'anni a questa parte soffre il più totale ostruzionismo da parte dei mass media. Il pezzo di Cristicchi fu impreziosito, si era già diffusa la mania dei duetti tra i big di Sanremo, dalla partecipazione del grande Sergio Cammariere, quell'esecuzione è l'unica secondo me degna di essere ricordata. Ricordo dei versi di una ballata di Mauro Geraci intitolata "Il fischio del cantastorie", con cui il siciliano trasferito a Roma replicava a Giovanna Marini e Francesco De Gregori, che in numerose presentazioni della loro opera congiunta dal titolo "Il fischio del vapore" avevano fatto una rappresentazione a dir poco sbagliata della situazione della musica popolare (intesa come l'intendo io, per me il pop è musica leggera) in generale e dei cantastorie in particolare. I versi del siciliano più o meno facevano così (non metto tra virgolette perché non sono sicura): cantar contro le guerre, contro le mafie e per le paci, è facile farlo, tutti ne son capaci. Dimostrazione di ciò è "Pensa", brano che, sempre dal Festival di Sanremo 2007, continua la track list di questa compilation. Il brano è un rap, perché oggi è l'unico genere che si può fare se si vuole essere impegnati (trovatemi un americano che canta all'italiana, ve ne straprego!). Il testo magari è anche bello ma è banale, poi ormai certi argomenti sono talmente inflazionati che non fanno nemmeno più effetto (prima era di moda tirare strali a Berlusconi, ora quasi tutti cantano contro la crisi). E come dimenticare i talent show, rovina della musica italiana perché illudono una generazione? Da "X factor" ritroviamo una cantante che al primo ascolto può anche colpire, difatti è dotata di una voce alquanto particolare. Il problema è che... è una voce facilmente imitabile. Mi riferisco a Giusy Ferreri. In questa track list si ritrova quello che è stato il suo primo successo personale, un brano dal sapore vagamente bacarackiano, "Non ti scordar mai di me". Il canto di Giusy Ferreri utilizza il singulto alla Tony Williams come già aveva fatto cinquant'anni fa Dallara (insomma niente di nuovo sotto il sole!). E a parlare di Festival di Sanremo si continua, con Rosalba Pippa, cantante lucana che, sotto il nome d'arte di Arisa ci aveva in primis ricordato le virtù della "Sincerità" nelle relazioni umane. Non negherò la simpatia del brano, ma ne urlo comunque la gran banalità. Lei poi ha una voce quasi inascoltabile, anche qui un timbro privo di potenza ad euquilibrare la dolcezza. Ancora dal Festival di Sanremo proviene "Come foglie", brano che Giuliano Sangiorgi, cantante dei salentini Negramaro, scrive per Malika Ayane. La ragazza ha certamente un bel timbro, però il lamento che lo caratterizza sicuramente dopo un po' stufa. Il brano è tipicamente alla Sangiorgi, va detto che il ragazzo ha stile! Ed ecco che ascoltiamo questo stile anche a livello canoro, difatti andando avanti si trova la sicuramente non banale "Ti vorrei sollevare" che il nostro canta con Elisa. Il brano ha una struttura tra il melodico ed il rock alternativo, un testo molto bello ed aperto. L'unica parte che desta in me grandissimi dubbi di trucco è quella a cappella: siamo sicuri che le voci non sono filtrate? Ed eccoci ad una che non ha bisogno di farsi filtrare la voce. Mi riferisco a Noemi, di cui ascoltiamo con estremo piacere "Per tutta la vita", brano che aveva portato nella sua penultima partecipazione a Sanremo. Anche qui si rivela una struttura melodicamente aperta ed interessante. L'unico neo della voce di Noemi, ma potrebbe essere solo dovuto alla sua ancora giovane età, è la prevedibilità di troppe sue espressioni. E sempre dai Talent Show, a questo giro da Amici, proviene Pierdavide Carone, ottimo cantante ed autore, che interpreta una sua composizione dal titolo "Di notte". Il penultimo brano è "Arriverà", seconda classificata al Festival di Sanremo 2011, brano portato dai Modà ed Emma. Il brano sarebbe anche bello se non fosse troppo urlato. l'ultima traccia è "Distratto", della vincitrice dell'ultimo X factor, Francesca Michielin. Forse il problema è la voce troppo felpata, difatti il brano, scritto da Elisa, è bello. Compilation di parte, scontata, ma d'altronde solo una playlist di questo tipo poteva rappresentare l'attuale (e solo l'attuale!) fase di Radio Italia. Sono lontani i tempi in cui il canale ospitava anche canzoni napoletane o momenti dedicati al jazz all'italiana.

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