Carissimi lettori, questa sera mi va di esulare dall'argomento musicale, per commentare questa bellissima decisione della corte costituzionale, con cui si è dichiarato illegittimo il Lodo Alfano, legge che permette alle quattro cariche più alte dello Stato di essere immuni da processi.
In teoria, si dice che l'immunità sia temporanea, ma credo che, con la prescrizione, questa possa anche aspirare ad essere eterna, lasciando quindi le "mani legate alla giustizia".
Il "grande capo", all'uscita della sua residenza romana, invece di prendere atto di una decisione liberamente presa da una squadra di giuristi sicuramente affermati, ha detto che il verdetto dimostrava faziosità, e che la legge è giustissima.
Il ministro delle riforme, grazie al quale un salentino potrà prestissimo dire "tra picca cu vau Milanu me bisogna lu passaportu" (citazione da "Scusati signori" degli Aramirè in "Mazzate pesanti", rielaborazione moderna di brano tradizionale), ha già dichiarato guerra alla faziosa consulta, la quale non concepisce, giustamente, che la sua costituzione sia messa sotto assedio.
Io, in tutta sincerità, penso che in qualsiasi altro paese un capo del governo con tali abitudini legiferine, ha una grande coscienza sporca: "Se fa prescrivere ogni reato, se fa annullar tutti i processi, rafforza il dubbio, già ben fondato, che quei reati li ha commessi!" (Fausto Amodei, da "Per fortuna c'è il cavaliere").
Credo anche che un capo del governo, anche solo minimamente indiziato di qualche crimine, sarebbe mandato via senza pietà. Da noi, però, con il popolo dalla memoria cortissima che si lascia facilissimamente abbindolare da chiunque, costui, in questo caso colui che "si sacrifica per noi", dopo appena qualche anno d'opposizione intransigente, intollerante ed ingiusta, è potuto tornare al governo, promettendo la luna a chi l'avesse votato.
Il "gran stratega", forse si è scordato che, se è tornato ai posti di comando, non è solo per suo merito, ma anche, e forse soprattutto, per demerito nostro.
Quando noi eravamo al governo, e io questo lo ammetto, non abbiamo saputo creare sintonia fra noi e la gente, cosa fondamentale per questa fantapolitica imperante.
Voglio concludere chiedendovi scusa, ma quando bisogna esulare si deve farlo, e da qui grido il mio personale "Viva!" alla Corte Costituzionale.
Attenzione: Le citazioni non identificate, venivano da "A mammata", brano dedicato a Berlusconi da Cinzia Marzo, e contenuto in "Maledetti guai" ultimo cd dell'"Officina" pubblicato per la Polosud. Cinzia, nello scrivere il testo, in lingua italiana, si è ispirata a molte parti de "La vera apologia di Socrate". E' da notare come i classici, più civili di molti di noi, tenessero a cose di cui oggi a questa società rampante non importa nulla!
mercoledì 7 ottobre 2009
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