domenica 5 aprile 2009

Commento ad una discussione di pizzicata.it

Carissimi lettori, voglio questa sera commentare per voi una discussione, che certamente avrà sviluppo e forse vi entrerò anch'io, in atto nel forum del già citato sito http://www.pizzicata.it/.
La discussione riguarda la tammurriata, questo genere di musica tradizionale campana che, nonostante l'uso "classico" in numerose canzoni come la "Tammurriata nera", non si può dire che sia molto conosciuto nella sua variante rurale.
E' una discussione di una serenità meravigliosa, non si ha ancora voglia di polemiche infuocate e rabbiose, la parte più grande della discussione è infatti costituita da un bello, semplice e documentatissimo articolo scritto da Luca, un utente del forum che sta direttamente in quel mondo, sia per la sua competenza come suonatore di tamburo, sia perché nella sua famiglia vi sono ancora dei cantatori tradizionali.
Io avrei voluto semplicemente raccontare una mia esperienza, che conferma quanto affermato da Luca nell'articolo, sulla poca necessità o importanza data al numero degli spettatori ed esecutori in una tammurriata. Infatti, dice l'articolo, la cosa importante è l'empatia che si crea tra cantatore, suonatore e spettatori.
Mi è capitato di assistere ad una tammurriata improvvisata subito dopo il concerto degli Alla Bua a Perugia il 25 agosto 2007. I suonatori erano due: il geniale Valerio Saini, napoletano verace ed insieme suonatore e cantatore, e l'umbro Gianluca, buon percussionista, sicuramente senza la tempra di un vero suonatore rituale. Infatti, mentre Valerio continuava imperterrito a suonare e a battere su quella tammorra, tanto ha fatto che l'ha pure spaccata, Gianluca suonava semplicemente ed ogni pretesto era buono per fermarsi. Dimenticavo di dire che nel cerchio c'erano dei "ballatori", due o tre persone ognuna con il rispettivo paio di castagnette, oltre ad una cinquantina di persone estasiate. E' proprio vero quello che si afferma nella discussione, che la tammurriata non deve essere presa solo come un semplice canto religioso, cattolico o cristiano, perché il senso di devozione che trasuda è profondo e va al di là di qualsiasi contesto.
Scusatemi, pubblico sul mio blog questo post, ma spero di farlo leggere quanto prima ai visitatori di http://www.pizzicata.it/.

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