domenica 9 maggio 2010

Commento alla puntata del 09/05/10 di "canzonenapoletana@rai.it"

Carissimi lettori, eccoci alla terza e ultima puntata di "canzonenapoletana@rai.it" dedicata ad Alfonso Mangione.
Si inizia con una spassosissima ma incomprensibile canzone degli anni Trenta, dal titolo "L'uommene su misura". L'interprete è Gilda Mignonette, che, con la sua solita maestria canta una melodia di Mario Nicolò.
E' un brano binario, prevalentemente in maggiore, condito però da interessanti e semplici passaggi in minore, messi in una parte precisa della strofa e caratterizzati da un breve rallentamento del ritmo.
Ci troviamo ora davanti ad uno spassosissimo e romanticissimo duetto intitolato "Canzone 'e ll'acqua chiara", cantata da Ebe de Paolis e da un cantante che non si è riconosciuto.
A livello musicale è una marcetta, ancora una volta i tempi binari, caratterizzata da un tipico intervallo di quarta aumentata che dà a questi pezzi una raffinatezza unica.
Il testo è una riflessione, che potrebbe ricordare certe poesie del grande Di Giacomo, sull'amore.
Abbiamo il piacere di ascoltare una bellissima canzoncina divertente intitolata "'A pinnicillina", che utilizza questa parola in una serenata ad una donna. La voce di Roberto Murolo, nonostante il suo essere accompagnata da un'orchestra, è già quella dolce e perfetta che in molti amiamo.
la sua dizione, non c'è neanche bisogno di dirlo, è già perfetta. Spero che qualcuno, sarebbe ora davvero, pubblichi finalmente un'antologia del primissimo murolo.
Andando avanti, siamo ormai alla fine, arriviamo al 1949 anno di uscita di questa "Cummendatore e grazie". E' un altro di questi brani binari che erano l'ideale per la poesia saltellante di Mangione. Capisco poco il testo, purtroppo, ma è un pezzo di quelli festivalieri, non a caso fu lanciato ad una Piedigrotta.
Eccoci ad un brano dell'anno successivo, scritto come il precedente insieme a Evemero Nardella, intitolato "Fazzulettiello 'e seta".
E' un brano di quelli un po' crepuscolari, ma il crepuscolarismo arricchisce una bella e triste serenata, dedicata ad un fazzolettino di seta, che ascolta la tristezza di un'innamorata che deve lasciare l'uomo che veramente ama per un altro. Questo personaggio maschile, il lasciato, è colui che racconta questa storia, con una melodia in minore impreziosita da una scala con gradi aumentati.
Nel 1954 Alfonso Mangione fa in tempo a partecipare ad uno dei primissimi festival della canzone napoletana, con una bellissima ballata su musica di Mario Cosentino. E' una ballata raffinata, che mischia parti maggiori e minori in maniera già non prevedibile.
L'ultimo brano è "Cienti bbaci", una macchiettuccia spassosa che si ascolta dalla voce di quello che è stato il più grande interprete di musica da teatro, sia essa sceneggiata o macchietta. Naturalmente ci stiamo riferendo a Nino Taranto, che interpreta questa canzoncina, binaria come sempre, dove un innamorato, un po' esagerato, chiede cento baci dalla propria innamorata.
Meraviglioso ciclo, speriamo che il prossimo sia altrettanto buono.

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