venerdì 25 settembre 2009

Gianni Morandi: "Grazie a tutti: il concerto" (

Carissimi lettori, mi metto di nuovo a scrivere, per raccontarvi una passione rimasta nascosta, quella per Gianni Morandi. Il pretesto è l'appena uscito "Grazie a tutti: il concerto", cd + dvd.
La prima canzone è "Vita", che già rappresenta una tappa importante nella mia formazione, perché la versione originale era contenuta nel cd "Dalla-Morandi", uno dei dischi che mi ha cullato l'infanzia.
La versione live è, come tutto questo concerto, chitarra e voce, così Morandi riesce a rendere pubblica, addirittura con un tour intero, la sua passione per questo strumento.
Subito dopo si va negli anni '60 con "Se perdo anche te", una delle cover più riuscite della musica italiana. Il ritmo è informale, festoso, ma comunque concertistico.
Dopo si ha la possibilità di ascoltare una canzone del repertorio recente di Gianni Morandi intitolata "Dimmi adesso con chi sei". Il brano si divide in due parti distinte, la prima acustica, eseguita quindi completamente live, un'altra con una base, ma non vi preoccupate, la voce di Morandi svetta in tutta la sua limpidezza.
Forse leggermente meno recente è questa "Io sono un treno", una delle più simpatiche canzoni di Morandi, dove si racconta con tenerezza la maturità ormai raggiunta dal "ragazzo di Monghidoro".
Forse, questo brano potrebbe esere dedicato alla figlia del cantante e cantautore, infatti non ha dimenticato che, sin dall'inizio ed in molti casi recentemente, Morandi si occupa personalmente di comporre il suo repertorio.
Ed eccoci a "Tenerezza", un brano che conoscevo, ma non sapevo di conoscere, risalente al primo repertorio. La versione live è molto fedele, anche se è denudata di quelle magiche orchestrazioni così tipiche di quegli anni.
Subito dopo arriva "Chimera", una delle mie canzoni preferite di Morandi, che, eseguita solo con chitarra acustica, acquista un'aura folk interessante. Spesso e volentieri, purtroppo, e "Chimera" non è un'eccezione, molti brani sono eseguiti per metà, ma è un cd che io consiglio caldamente, perché dà la possibilità, forse come pochi altri, di capire, o di convincersi, del fatto che la sua popolarità, Morandi se la merita tutta.
Subito dopo si fa un salto di trent'anni, e si ascolta "La storia mia con te", sigla di "Cento vetrine". La versione è molto bella, acustica, come quasi tutto questo cd.
Subito dopo, completamente accompagnata da una base, si ascolta "Bella signora, un brano risalente alla fine degli anni '80, classico indiscusso della carriera del nostro.
L'interpretazione è forse meno dura in alcuni punti, ma non c'è confidenzialità.
Ora Gianni Morandi, tornando in acustico, interpreta una delle canzoni del periodo di semideclino, quello degli anni '70, quello dove, forse, proprio dato che aveva meno pubblico, ha potuto interpretare non tutte, ma alcune delle sue canzoni più belle, anche se questa è un'opinione relativa e soggettiva.
Ho detto della relatività dell'opinione appena espressa, ed infatti si arriva ad una delle mie canzoni preferite di Morandi, la bellissima "Varietà", scritta per lui da Mario Lavezzi alla fine degli anni '80.
La versione live è, forse, più sofferta, sicuramente più rabbiosa, ma non direi disperata.
Ed eccoci a "Se non avessi più te", uno della grande triade dei "lentoni" morandiani degli anni '60, che, d'altronde, verrà completamente eseguita.
L'interpretazione è, più rabbiosa, meno confidenziale, ma, anche nel Gianni Morandi attuale, c'è nascosto il ricordo di quello anni '60.
Ed ecco la canzone con cui, dopo il periodo buio degli anni '70, Morandi è tornato prepotentemente alla ribalta. Il brano, ovviamente, è "Canzoni stonate". Anche questa è eseguita per metà in acustico, e Morandi lì si prende delle interessanti libertà ritmiche, e per metà coadiuvato dalla base originale del brano.
Il pubblico, alla fine, delira e Morandi continua con "Solo all'ultimo piano", un'altra delle sue canzoni più intime, che viene seguita da "La mia nemica amatissima" che, nonostante il crescendo di ritmo, è accompagnata solo dalla sua chitarra, che Morandi suona con semplicità ma bene.
Ed ecco una delle più famose e carine canzoni di Morandi, la "latinsong" "Banane e lampone", scritta da Franz Campi, cantautore toscano, il cui testo fu però modificato per renderlo cantabile da Morandi.
La versione live è interessante, soprattutto per le improvvisazioni di Morandi durante gli intervalli strumentali,ed è una delizia.
Ed eccoci ad un altro brano tratto da "Dalla-Morandi", quel "Chiedi chi erano i Beatles", scritto da Gaetano Curreri e da lui interpretata con i suoi Stadio.
I semplicissimi, ma ben fatti arpeggi della chitarra di Morandi, riescono a dare un'anima nuova ed intima anche a questo brano.
E subito dopo si va verso gli anni '60, con una ballata meravigliosa intitolata "Ma chi se ne importa". E' uno dei brani che resta più se stesso, pur nella cornice strumentale completamente diversa. Purtroppo anche di questa se ne sente solo metà, ma i brani sono tanti ed il tempo di un cd è quello che è.
Si arriva poi ad un brano recente, intitolato "Stringimi le mani", che io, e qui lo dico, non conoscevo. E' una ballata con quelle melodie che permettono come poche a Morandi di esprimersi in tutta la sua bravura e forza di voce.
Ed eccoci al primo medley dedicato agli anni '60. Il primo brano è "Se vuoi uscire una domenica", che Morandi esegue con una forza ritmica insospettabile, rispettando rigorosamente il tempo di twist. Il brano era stato anche, per chi fosse a caccia di curiosità morandiane, reinterpretato dagli Statuto. Il ritmo poi diminuisce tramite due bellissimi terzinati, intitolati "Si fa sera" e "Notte di ferragosto". Nonostante le parole quasi gridate, si può assolutamente capire, o ricordare, la bellezza e la dolcezza di queste melodie.
Ed eccoci ad "Occhi di ragazza", canzone scritta da Lucio Dalla per Gianni Morandi, e da costui lanciata e messa tra le canzoni più belle e semplici della musica italiana. La versione presentata in questa occasione, coadiuvata da una base moderna, non da quella originale anni '70, è appassionata, cantata in maniera impeccabile.
Ed eccoci ad un'altra delle mie canzoni preferite di Gianni Morandi, "la fisarmonica". Questa versione, eseguita da Gianni Morandi coadiuvato solo dalla sua chitarra e da accenni di fisarmonica, riesce a rappresentare meravigliosamente l'intimità struggente propria di questo pezzo.
Subito dopo, Morandi accenna "Al bar si muore", brano di protesta da lui inciso alla fine degli anni '60.
Subito dopo c'è un accenno a "Solo chi si ama veramente", che prelude ad una meravigliosa "Scende la pioggia", cantata, metà come sempre, insieme al pubblico.
Ed eccoci a "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones", scritta dal cantautore umbro Mauro Lusini e censurata dalla Rai.
Questo brano è uno di quelli che meglio rende in questa veste, chitarra e voce sola, perché in fondo ci è nato, o è facile immaginarcelo.
E' una delle più belle e sentite ballate antimilitariste, nell'ambito della canzone d'autore italiana. E' uno dei pochi brani del cd che vengono eseguiti per intero, prevalentemente in acustico, con un leggero aiuto di base solo nel finalino.
Ed eccoci a "Non son degno di te", uno dei tre "lentoni" insieme a "Se non avessi più te", "Non son degno di te" e "In ginocchio da te". La versione è veramente toccante, anche perché si sente il pubblico che gli va dietro, con un'intonazione veramente invidiabile.
Subito dopo si ritorna al presente di Gianni Morandi con "Il tempo migliore", una delle ballate di gratitudine alla vita con cui il cantante ora spesso ama deliziarci. Infatti, signori, una delle missioni dell'arte vera, è quella difarci capire il valore di questa cosa tanto disprezzata chiamata vita. Anche qui, come in tutte le recenti, dopo una prima metà acustica, Morandi è stato coadiuvato da una base.
Ed eccoci al secondo medley, che si apre con una delle sue primissime canzoni, il twist "Andavo a cento allora", seguito, senza soluzione di continuità, da "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte", canzone che, ormai da quarantasei anni, fa parte, irrimediabilmente, della scaletta dei concerti del Gianni nazionale. Ed eccoci, diminuendo il ritmo, all'ultimo dei "lentoni" di cui abbiamo già parlato, la bellissima "In ginocchio da te" che, come le altre due, ha dato spunto ad un "Musicarello" a cui Morandi ha partecipato.
Ed ecco uno degli inni della carriera di Morandi, la ballata autobiografica "Uno su mille". Anche qui, la seconda parte Morandi la sta eseguendo aiutato da una base, che credo, a parte la tonalità, sia quella originale. Anche questa canzone dà un messaggio importante, che non ci si deve scoraggiare mai.
Ed ecco una versione di "Non ti dimenticherò", brano originariamente cantato insieme ad Alexia, che diventa "Non vi dimenticherò", come inno di gratitudine al pubblico, ente di cui molti artisti si scordano, a cui, invece, Morandi tiene molto, forse perché ha saputo cosa significa perderlo, e credo anche di colpo.
Il cd si chiude con l'unico inedito presente, intitolato "Grazie a tutti", come le ultime tre raccolte pubblicate dal cantante emiliano.
In questo brano, se vogliamo, Morandi si avvicina allo stile di Renato Zero o del Don Backy de "L'artista" ("Vivendo cantando", 1981).
E' una ballad rock, ma molto italiana ed aperta, come serve a Morandi per dare il meglio di sé.
Mi dispiace non aver potuto parlare del dvd, come io avevo ingenuamente e forse superbamente previsto, ma spero di avervi stimolato e, perché no, spero di aver portato un piccolo contributo ad un successo annunciato.

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