mercoledì 18 gennaio 2012

Sui big del Sanremo venturo

Carissimi lettori, mentre sto preparando un'altra avventura virtuale sulla quale mi terrò un articolo a parte, mi va di aggiornare questa mia prima e mai dimenticata creatura virtuale. Mi va di fare un articolo (al fulmicotone...) sul Festival di Sanremo 2012, sui cantanti in gara nella sezione "big".
Grazie al bellissimo sito www.popon.it diretto dalla giornalista Paola De Simone ci possiamo sfogare sulla lista malefica: quest'anno non mi aspetto il Vecchioni di turno.

La prima artista è anche brava, una delle poche voci valide sfornate in questi ultimi anni, dal colore caldo e dalla timbrica potente, mi riferisco a Nina Zilli (vi ricordate la bellissima "L'uomo che amava le donne" o "Centomila" colonna sonora di un film di successo? Quella è la Zilli).

Per fare il verso ai festival di sanremo di una ventina d'anni fa (che a loro volta ricopiavano da quelli di trent'anni prima) tornano gli stranieri. Con Nina Zilli nella serata dei duetti (quest'anno solo con cantanti stranieri) la cantante romana duetterà con la voce dei Morcheeba in un brano intitolato "Never never". Staremo a vedere, qui in fondo il tono polemico è assente.

Ma ecco "lu focu" s'accende. Il cantante in sé non è male, anche perché ci si riferisce a Samuele Bersani, la canzone ("Un pallone") non può essere giudicata perché sconosciuta, ma il problema è che il cantautore (dato il suo essere romagnolo ha scelto di reinterpretare "Romagna mia" in inglese (voglio che ai Grammy qualcuno tipo Eminem faccia un reppaccio dei suoi in italiano, la tortilla tiene que volverse, ¡diablo!)). L'ospite è Goran Bregovic, la cui maestria è fuori discussione, ma forse è fuori luogo. Per ascoltare qualcosa di bello di Bersani io vi consiglio di ritrovare "Replay" (brano presentato ad un Festival di una decina d'anni fa), "Giudizi universali" e, soprattutto "Il mostro", pubblicata per la prima volta nel cd "Amen di Dalla (tra un pochino ne parleremo...)

Dolcenera, la prima cantante salentina che ha sbancato prima della coppia Amoroso-Marrone, torna con la sua voce da cantante rock sussurratrice che finge di urlare ma non ce l'ha fa, con un brano dal titolo "Ci vediamo a casa". Lei a me non è mai piaciuta, non le perdono poi di aver sfruttato come nome un personaggio di Fabrizio De Andrè, è come se io mi chiamassi "Macaria" dato che amo gli Zoè... vergogna!

Duetterà con un artista che disconosco in un brano che non so capire quale è.

Dalla, Dallino, Dallotto! Qualche mese fa tu avevi sparato cazzate (adesso Bertoncelli non spara più, adesso spari tu!), avevi detto che il pop l'avevi lasciato per il troppo schematismo che vi è dentro. Solo che... Mi duetti con Pierdavide Carone da Amici, la mecca della musica pop spazzatura! Vabbè che dopo la pagliacciata con Marco Mengoni su "Questo è amore" nel brano "Meri Luis" da te mi aspetto di tutto
(Per chi non sa il nostro ha tolto alcune parti del canto originale e, sulla stessa base ha fatto cantare l'asessuato!).

Il duetto che Dalla proporrà certifica un'ossessione del bolognese: essere meridionale. Lucio Dalla, insieme ad un artista che disconosco, canterà "Anema e core". Sinceramente è veramente negato per cantare musica del Sud, basta sentire l'orribile versione de "Lu rusciu" che Dalla dette in una N.D.T. sparagnesca.

La cantante che continua il listone è Irene Fornaciari, figlia d'arte come si vede, anche se va dato merito al padre d'averle per anni sconsigliato la carriera musicale (io ho un preconcetto stupido ma ancora non lo riesco a vincere, sui figli d'arte italiani, in pratica non me ne piace uno). L'unica cosa bella è l'artista con cui duetterà, il grande Brian May dei Queen, uno dei migliori chitarristi rock senza le pretese virtuosistiche che affollano quel mondo e la musica in generale.

E a proposito di quanto dicevamo in occasione della presentazione di Dolcenera, ecco una della coppia delle salentine sopra citate: Emma! Il brano che presenta è "Non è l'inferno", mentre dovrebbe (dico "dovrebbe perché Maria Letizia Veronesi, vedova Battisti li starebbe fermando cantare "Il paradiso" insieme ad un artista che non conosco. La voce di Emma non sarebbe neanche male se non urlasse troppo.

E qui non si può che parlare bene del gruppo e (perché no) anche della cantante testè ritornata. Mi riferisco ai Matia Bazar con "Sei tu" e alla stupenda voce di Silvia Mezzanotte. Basta ascoltare canzoni come "Brivido caldo" o "Messaggio d'amore" per farsi un'idea di ciò che ci potremmo assaporare tra un pochino. Il cantante anglofono con cui duetta il gruppo genovese è bravissimo (Aljarreau), ma è troppo virtuoso, a me il virtuosismo stanca.

Noemi, forse l'unica cantante veramente convincente degli ultimi anni insieme alla già citata Zilli, torna a Sanremo con "Sono solo parole". Per quanto riguarda il duetto anche questo è a rischio stop, in quanto si omaggia battisti con una traduzione di "Amarsi un po'" (rimpiango quando erano gli stranieri a cantare in italiano, in questo modo entrambi ci arricchivamo: noi conoscevamo pezzi di altre culture che ci sarebbero rimasti sconosciuti altrimenti,, i cantanti stranieri facevano esperienze di nuove sonorità). Ora loro si impongono e noi ci schiavizziamo. Comunque l'abbinamento stavolta potrebbe essre buono, la cantante anglofona è Sara Jane Morris (già interprete della versione inglese di "Se stiamo insieme" al Sanremo 1991), le due voci hanno un bagground simile, non dovrebbero cozzare.

È proprio il caso di dire: "¡Que lástima!".. In spagnolo questa espressione significa: "Che peccato". Immaginatevi di mettere insieme un artista che non amate ma rispettate con uno che detestate. Ecco l'accoppiata successiva. Francesco Renga, per la sua temerarietà e oserei dire discrezione si è guadagnato una certa stima, torna al Festival di Sanremo con "La tua bellezza". Chi detesto è Sergio Dalma, cantante spagnolo che qualcuno ricorderà per "l'amico che hai", canzone dello spagnolo rifatta in italiano con Antonacci. In quel caso le due voci stavano bene insieme, entrambe roche, vissute, simili. Ok che i duetti spesso si fanno per contrasto, il problema sorge insolubile quando si tocca una canzoncina da niente (di Meccia e Fontana, chiamata "Il mondo"). Qui ci vuole una voce melodica, Renga ce l'ha, Dalma no!

E con tutta la "Sincerità" me la sarei risparmiata volentieri la prossima artista, come forse avrete sospettato parlo di Arisa. Intanto non mi è mai piaciuta la sua voce, non sa di niente. Poi, sinceramente, è adatta per le canzoni leggere (forse leggera potrebbe essere una definizione che le potrebbe calzare...). Ovviamente non posso parlare della canzone inedita e conosciuta solo a Morandi e Mazzi, posso però dire che il pathos che ci vuole per cantare "Che sarà" (che è il brano che costei reinterpreterà in coppia con uno dei suoi interpreti originali, il portoricano José Feliciano) è almeno per me completamente assente dalla sua voce. Forse il virtuosismo del chitarrista metterà una bella pezza!

Ed eccoci a Chiara Civello (incognita perché è caduta nello stesso errore in cui cadde la Balistreri nel 1973, se viene ufficialmente presa è uno scacco alla buona musica: le canzoni dei big devono essere inedite, questa non lo sarebbe). La cantante di questo nuovo jazz (pop jazz, acid jazz, non lo so!) duetterà con Shaggy ("bombastic " vi dice qualcosa, a me sì!). La cosa potrebbe tendere al curioso, bisognerebbe capire quale titolo italiano si nasconde sotto quello inglese citato su www.popon.it.

Andando avanti (e siamo alla fine grazie a Dio), c'è il duetto più assurdo della storia della musica italiana degli ultimi anni. Immaginatevi due persone che (almeno per me) non sono accumunate che da una cosa: l'essere nati nel Sud Italia. Di lui posso dirvi che è il capo di una casa di produzione che voleva (non so se l'ha fatto, spero sia fallito!) esportare altri cantanti neomelodici napoletani sul firmamento nazionale. Avete capito di chi parlo: ovviamente il Gigione D'Alessio (preferisco Gigione vero, almeno con lui mi faccio quattro risate! Attenzione: il "Gigione vero" è un cantante di liscio napoletano: ebbene sì!).

Cosa dirvi di lei: nata a Bagnara Calabra, sorella di una molto (mooooooolto più brava di lei, purtroppo morta a quarantasette anni. Ovviamente mi riferisco a Loredana Bertè, sorella della grande (graaaaaande) Mia Martini.

Vi immaginate D'Alessio e la Bertè insieme: per trovare di peggio giusto se penso a Pupo, il Principe e il Tenore. Duetteranno (cioè "terzetteranno!") con una tedesca a me sconosciuta.

Dopo "O Fado" (Edel, 2001), "Il silenzio e lo spirito", "Anima blues" e altre esperienze particolari e formative (non è come Dalla che prima sputa sul piatto dove ha mangiato per quarantacinque anni e dopo duetta con Pierdavide Carone) Eugenio Finardi ritorna alla canzone d'autore. Staremo aperti ad ascoltare la sua canzone nonché il suo duetto in inglese con Noa (una delle più belle voci al mondo, basta sentire "Beautyful that way" o "Es caprichoso el azar con il grande e sconosciuto in Italia Joan Manuel Serrat). Forse la cosa migliore del Festival.

L'ultimo big è un gruppo, del rock indipendente, perché è da diverso tempo che Sanremo (per mangiarsela, come ha fatto per molte altre cose negli anni) sta strizzando l'occhio alla musica alternativa. Si chiude con i Marlene Kunz che, dopo aver presentato un brano di cui non mi è rimasto il titolo, duetteranno con Patty Smith. Non nego la bravura della cantante ospite, non nego una certa compatibilità tra i due mondi, ma mi sembra una grande corsa al mito.

Avevo voglia di fare questo articolo, per dirvi che potrete contare ancora su questo blog. Buon anno musicale tra musicadautoredintorni.

Nessun commento:

Posta un commento