domenica 29 novembre 2009

Commento alla puntata del 29 novembre 2009 di "Canzonenapoletana@rai.it".

Carissimi lettori, ecco qui il commento alla prima puntata del nuovo ciclo di "Canzonenapoletana@rai.it", quello dedicato a Rocco Galdieri. Questo poeta è uno dei tanti scrittori che lavorarono tra Otto e Novecento.
Si inizia con un brano scritto nel 1905, intitolato "'O vommero", che ascoltiamo dalla voce del potente ma aggraziato tenore Dino Giacca. E' uno dei tanti inni che Napoli fa alla sua geografia, perché, cosiccome Lisbona con il suo bellissimo Fado, anche questa nostra è una città che ama cantarsi e raccontarsi, in maniera forse pittoresca e disimpegnata ma leggerissima e innegabilmente poetica.
Di due anni successiva è questa bellissima e sfiziosa "'O core 'e Caterina", che si ascolta dalla voce di Diego Giannini, altro tenore potente ma aggraziato. E' una canzone con cuui un innamorato, apparentemente premuroso con la propria amata, in verità decide di farle tutti vestiti con caratteristiche che le ricordino i danni che costei ha fatto alla sua anima.
Ed ecco "Villanova", un'altra canzone dedicata ad una località, questa volta della zona di Posillipo. E' cantata da Gennaro Pasquariello, di cui si è già parlato in occasione dell'ascolto di "Margarita de Parete" nella prima puntata del precedente ciclo del programma della Rai. La canzone è sfiziosissima, anche qui si parla, oltre che della località, d'amore, e si dice, come sempre, che questo sia particolarmente speciale per avere esperienze in questo campo.
Ed ecco qui Gennaro Pasquariello, ancora una volta, con un brano scritto nel 1908, intitolato "Tarantella 'e strata nova". E' una tipica tarantella alla "classica" napoletana, un po' cantata ed un po' recitata, e con alternanze di accordi minori e maggiori tra strofe e ritornelli.
Ed ecco una voce a me particolarmente cara,quella del tenore Salvatore Sebastiano, in arte Franco Ricci, che canta "Scanusciuta", brano risalente al 1909. Purtroppo, nonostante che il brano risalga a "soli cinquant'anni fa", (sono parole di Paquito del Bosco), si sente malissimo quindi non posso dirvi niente se non che è un valzer lento ed aperto, come sempre accordi maggiori e minori, con interessante uso cameristico dell'orchestra che, come sappiamo, all'epoca si usava ancora per incidere anche musica leggera, e ancora oggi, noto con piacere, si usa nella canzone "classica" napoletana.
Ha un secolo esatto la canzone che segue, la "Tarantella desperata", interpretata, in un frusciantissimo disco d'epoca, da Diego Giannini. E' una tarantella che, nonostante la solita apertura canora, data dal recitato, e quella armonica, data dall'alternanza di accordi maggiori e minori, è sempre forte e battente.
Del 1910 è l'ultimo brano di questa puntata, questo "Ammore traditore" interpretato da Alfredo Capaldo. Non riesco a codificare il ritmo, riesco purtroppo solo a dirvi che è molto fuori dal comune. Il testo, anche questo è un mistero, ma dai pezzi così antichi che volete?
Comunque è un gran piacere scoprire questo "Leopardi napoletano", definizione di Rocco Galdieri data da un contemporaneo, poeta timido, limpido e segreto.
Spero che vi piaccia quanto a me, non vi preoccupate che si continuerà a commentare!

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